Quanto alle misure in ambito fiscale previste dalla manovra ”non affrontano il problema dell'erosione della base imponibile”. Nell'ottobre 2023, ricorda l'esecutivo Ue, il governo di Roma ”ha adottato un decreto legislativo che prevede un primo passo attuativo nella riduzione della tassazione sul reddito per i redditi medio-bassi, unendo il primo e il secondo scaglione fiscale con un'aliquota fiscale più bassa e rivedendo le detrazioni fiscali sui redditi superiore a 50mila euro, che al momento è legiferato solo per l'anno 2024. Questi interventi, compresa la revisione delle detrazioni fiscali, hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l'erosione della base imponibile, che è stata ulteriormente ridotta lo scorso anno con l'estensione del regime fiscale forfettario per i lavoratori autonomi”.
Il nostro Paese è in buona compagnia. L’Italia infatti fa parte del gruppo più numeroso, nove Paesi dell'area euro, le cui manovre vengono considerate non del tutto in linea con le raccomandazioni: gli altri otto sono Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. Promosse a pieni voti, cioè in linea con le raccomandazioni, sono le manovre economiche di soli 7 Paesi: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania. Sfiorano la bocciatura altri 4 Paesi: Francia, Belgio, Finlandia e Croazia.
Il Commissario europeo Gentiloni ha sottolineato che ”non si tratta di una bocciatura ma di un invito alla prudenza e ad usare meglio le risorse comuni ”.
Il giudizio della Commissione europea è un passaggio chiave per l’Esecutivo Meloni, mentre si appresta a entrare nel vivo l'iter al Senato, dopo la scadenza ieri sera del termine per gli emendamenti in Commissione Bilancio. Le opposizioni ne hanno presentate circa 2.300. I singoli senatori della maggioranza non hanno invece, come previsto, presentato emendamenti, lasciati ai relatori. In Aula si annuncia battaglia.
Dalla Commisone Ue dunque attenenzione particolare su debito e deficit. Questioni centrali del Patto di stabilità. Oggi a Berlino vertice intergovernativo Italia-Germania, possibile snodo nel negoziato proprio sul nuovo Patto di stabilità. La premier Meloni sarà accompagnata dal ministro dell'Economia Giorgetti, che in Germania avrà un confronto con il suo omologo tedesco Lindner dopo aver incontrato a Parigi il collega francese Le Maire. Su questa triangolazione si snoda buona parte delle chance di arrivare a un'intesa sulle nuove regole di stabilità e crescita entro la fine dell'anno. Roma ribadisce la necessità che i contenuti dell'accordo non creino danni alla economia italiana. Solo un'intesa che vada in questa direzione potrebbe portare a valutazioni diverse del Governo italiano sul Mes, la cui ratifica è in calendario mercoledì in Aula alla Camera ma con alte probabilità di slittare nuovamente.
“Partecipare per crescere: migliorare la manovra, costruire un nuovo Patto sociale”. Sarà questo lo slogan della manifestazione nazionale che la Cisl terrà a Roma, in piazza Santi Apostoli, sabato 25 novembre dalle 10 alle 14 con le conclusioni del segretario generale Luigi Sbarra. Obiettivo dell'iniziativa, spiega il sindacato di Via Po, cambiare alcuni aspetti negativi della legge di bilancio, “soprattutto sul piano pensionistico e lanciare a Governo, sistema delle imprese e anche agli altri sindacati la sfida di un patto sociale e di una Agenda 2024 fondata sul protagonismo sociale nella individuazione delle politiche di crescita e di coesione”. Prevista in piazza la presenza di delegazioni di tutte le regioni italiane e delle varie categorie produttive.
Tutte le delegazioni che parteciperanno a Roma all'iniziativa della Cisl avranno al braccio e alle bandiere un nastro rosso, per affermare un no alla violenza sulle donne, anche in occasione della giornata mondiale contro i femminicidi.
Alla Cisl in particolare non piace la stretta sulla previdenza e sulle pensioni. E sui tagli alle pensioni il ministro della Pa Zangrillo fa sapere: “Stiamo lavorando a correttivi, anche perché non vogliamo che, soprattutto nel settore sanitario, queste norme diventino un incentivo per accelerare le uscite”. La legge di Bilancio “ha stanziato risorse ingenti per i rinnovi 2022-2024, 7,3 miliardi includendo anche la sanità. Nel complesso sono a disposizione quasi 10 miliardi. A regime, nel 2025, gli aumenti contrattuali saranno di circa il 6%, tra i 180 e i 190 euro medi mensili”.
Giampiero Guadagni