A luglio 2022, rispetto al mese precedente, diminuiscono sia gli occupati sia i disoccupati, crescono invece gli inattivi. L'occupazione cala (-0,1%, pari a -22mila) tra le femmine, i dipendenti permanenti, gli autonomi e tutte le classi d'età, con l'eccezione dei maggiori di 50 anni tra i quali cresce; crescita che si registra anche tra i maschi e i dipendenti a termine. Il tasso di occupazione scende al 60,3% (-0,1 punti). Il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-1,6%, pari a -32mila unità rispetto a giugno) si osserva per entrambi i sessi e principalmente tra i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione cala al 7,9% (-0,1 punti) e sale al 24,0% tra i giovani (+0,1 punti). Il numero di occupati a luglio 2022 supera quello di luglio 2021 del 2,0% (+463mila unità); l'aumento è trasversale per genere ed età. L'unica variazione negativa si registra tra i 35-49enni per effetto della dinamica demografica; il tasso di occupazione, in aumento di 1,6 punti percentuali, sale infatti anche tra i 35-49enni (+1,5 punti) perché, in questa classe di età, la diminuzione del numero di occupati è meno marcata di quella della popolazione complessiva. Confrontando il trimestre maggio 2022-luglio 2022 con quello precedente (febbraio 2022-aprile 2022), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 140mila occupati in più.
Sempre l’Istat, nei conti economici, fa sapere che nel secondo trimestre del 2022 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% nei confronti del secondo trimestre del 2021. La crescita congiunturale del Pil diffusa in stima preliminare il 29 luglio 2022 era risultata dell'1% mentre quella tendenziale del 4,6%. La variazione acquisita del pil per il 2022 è pari a +3,5%.
La crescita congiunturale del Pil diffusa in stima preliminare il 29 luglio 2022 era risultata dell'1% mentre quella tendenziale del 4,6%, ricorda l'Istat. Il secondo trimestre del 2022 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2021. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in ripresa, con un aumento dell'1,7% sia dei consumi finali nazionali, sia degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono aumentate, rispettivamente, del +3,3% e del +2,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha fornito un contributo positivo di 1,6 punti percentuali alla crescita del Pil: +1,5 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private, +0,4 gli investimenti fissi lordi, mentre la spesa delle Amministrazioni Pubbliche ha dato un contributo negativo pari a -0,2 punti percentuali. La variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione del Pil per -0,3 punti percentuali, così come la domanda estera netta, il cui contributo è risultato pari a -0,2 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi pari rispettivamente all'1,4% e all'1%, mentre l'agricoltura registra una diminuzione dell'1,1%.
Il nuovo decreto del Governo per fronteggiare l’aumento dei costi dell'energia dovrebbe essere formalizzato la prossima settimana. In questi giorni si concluderà la ricognizione sulle risorse disponibili per il provvedimento, in particolare sul gettito dell'acconto della tassa sugli extraprofitti e sul quadro delle entrate tributarie di luglio ed agosto.
Nel Consiglio dei ministri di ieri il ministro della Transizione ecologica Cingolani ha effettuato una informativa sulla situazione energetica in Italia. A partire da ottobre i termosifoni saranno abbassati di un grado - da 20 a 19 - e tenuti accesi un’ora in meno ogni giorno. E questo non varrà solo nelle case per i riscaldamenti centralizzati ma anche negli edifici pubblici. La stretta sui riscaldamenti dovrebbe arrivare con un decreto ministeriale che lo stesso Cingolani firmerà nei prossimi giorni. Ancora nessun accenno invece ad eventuali ricorsi allo smart working nel servizio pubblico né ad interventi sull’illuminazione delle vetrine dei negozi. Sulla scuola è invece escluso un ritorno alla Dad.
Intanto forze politiche e parti sociali riflettono sulle misure necessarie. Per il leader della Cisl Sbarra ”l’escalation dei prezzi energetici e alimentari rende improrogabili interventi urgenti, compensazioni immediate e soluzioni strutturali”. Aggiunge il numero uno di Via Po: ”È indifferibile un decreto d'urgenza che rafforzi ed estenda gli aiuti e sostegni a lavoratori, pensionati, famiglie e imprese massacrate dall'alto costo di gas, elettricità, carburante e carrello della spesa. Il Governo, con il sostegno e la condivisione delle forze politiche e sociali, assuma i provvedimenti necessari per difendere e salvaguardare produzioni, posti di lavoro e coesione. Da parte sua, l'Europa batta un colpo conquistando dopo tanti ritardi un tetto massimo sul prezzo del gas. Quanto alle riforme e alla prospettiva, l'Agenda Cisl è già sul tavolo dei partiti. Le parole chiave: lavoro e investimenti, taglio delle tasse e accordo sulle pensioni, nuove tutele e rilancio delle competenze, politica dei redditi e coesione sociale, attuazione Pnrr e Mezzogiorno , contrattazione e partecipazione. È tempo di ripartire insieme”
Al grido d’allarme di sindacati, famiglie, imprese e commercianti si unisce quello di comuni e province, che chiedo al Governo di varare ”uno stanziamento straordinario di 350 milioni di euro per compensare l’impennata delle nostre spese energetiche”, altrimenti i sindaci ”saranno costretti a tagli dolorosi dei servizi pubblici a tutto danno dei cittadini, in vista di un autunno che già si prospetta molto difficile e preoccupante”.
Il tema energia è ormai centrale anche nelle proposte delle forze politiche impegnate nella campagna elettorale. Ancora in piedi l’ipotesi di un incontro in Parlamento per una proposta congiunta per affrontare con responsabilità quella che è una vera e propria emergenza.
L’Esecutivo è intanto impegnato anche su un altro fronte decisivo. Ad oggi risultano conseguiti 9 obiettivi e traguardi del Pnrr. Anticipando quanto previsto nel cronoprogramma condiviso con l'Europa, l'obiettivo è di realizzare nei prossimi due mesi oltre il 50 per cento degli obiettivi e dei traguardi del Pnrr in scadenza a fine anno. La Presidenza del Consiglio ha chiesto quindi ai ministeri di anticipare, rispetto al cronoprogramma condiviso con l'Europa, il raggiungimento di 11 obiettivi a settembre (anziché 3, come previsto) e 9 entro ottobre, mese nel quale non era contemplata alcuna scadenza. Tra gli obiettivi, il governo Draghi intende varare a settembre, anche con un provvedimento d'urgenza, l'adozione delle riforme del sistema di istruzione primaria e secondaria al fine di migliorare i risultati scolastici. Prevista anche la riforma degli istituti tecnici e professionali, la riorganizzazione del sistema scolastico e la riforma del sistema di orientamento.
Giampiero Guadagni