Sabato 23 novembre 2024, ore 3:27

Banche

Intesa, nel nuovo piano focus su dividendi e npl

Mentre la tempesta infuria sui mercati, sottosopra per il crollo di Wall Street indotto dai timori di un avvitamento della spirale inflazione - tassi ora che la Fed ha cambiato timoniere, Intesa Sanpaolo presenta il piano che dovrà traghettare la banca al 2021. ”Vogliamo diventare la banca numero uno in Europa”, è l’obiettivo annunciato dal Ceo Carlo Messina. Cà de Sass ha chiuso il 2017 con utile di 7,3 miliardi di euro, che comprende i 3,5 miliardi assegnati dal Tesoro in seguito all’acquisizione delle banche venete, Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Senza gli effetti di quell’acquisto l’utile si attesa a 3,8 miliardi di euro. Agli azionisti finiranno così 3,4 miliardi di dividendi, cifra che porta il saldo del quadriennio a 10 miliardi. Il piano punta ad alzare nel 2021 l’ utile netto a 6 miliardi di euro e a dimezzare i crediti deteriorati lordi a 26,4 miliardi, dai 52,1 miliardi nel 2017, e a 12,1 miliardi al netto delle rettifiche, dai 22,5 miliardi. L’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti alla clientela si dimezzerà nel 2021 al 6% al lordo delle rettifiche, dall’ 11,9% nel 2017, e al 2,9% al netto, dal 5,5%. Attese in calo anche le rettifiche nette su crediti a 1,8 miliardi nel 2021 dai 3,3 miliardi del 2017. Con l’accelerazione nella riduzione dei crediti deteriorati ”vogliamo esser un vero leader in Europa” in tema di asset quality, ha detto Messina, sottolineando che i flussi di nuovi crediti deteriorati sono scesi a ”livelli pre-crisi”. ”Siamo completamente fuori dalla crisi”, ha aggiunto detto Messina, ”abbiamo l’evidenza che il Paese sta correndo, ovviamente a ritmi tipici dell’Italia” e ”questo è positivo per il nuovo business plan”.

Sul versante dell’occupazione è prevista l’uscita volontaria di 9 mila persone, in base all’accordo sindacale raggiunto alla fine del 2017, e la chiusura di circa 1.100 ulteriori filiali. Sempre in un’ottica di riduzione dei costi Intesa prevede la fusione di 12 controllate nella capogruppo (Banco di Napoli, CR Firenze, CR Pistoia e Lucchesia, CR Veneto, Carisbo, Cariromagna, CR Friuli Venezia Giulia, Banca Nuova, Banca Apulia, Banca IMI, Banca Prossima, Mediocredito Italiano) pur mantenendo i marchi con più valore per la clientela. A fronte delle uscite è prevista l’assunzione di 1.650 nuove risorse.

( L’articolo integrale domani su Conquiste Tabloid )

( 6 febbraio 2018 )

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