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Economia

Industria, è allarme rosso

Per l’industria è allarme rosso. A dicembre fatturato e ordini hanno subito un drastico calo, sia in termini congiunturali sia su base annua. Il fatturato totale, rileva l’Istat, diminuisce in termini tendenziali del 7,3% ed è ai minimi da oltre 9 anni (novembre 2009), mentre l'indice grezzo degli ordinativi segna un calo tendenziale del 5,3% (la flessione peggiore da luglio 2016). Sempre a dicembre si stima che il fatturato dell'industria diminuisca in termini congiunturali del 3,5%. Nel quarto trimestre l'indice complessivo ha registrato un calo dell'1,6% rispetto al trimestre precedente. Anche gli ordinativi registrano una diminuzione congiunturale sia rispetto al mese precedente (-1,8%), sia nel complesso del quarto trimestre rispetto al precedente (-2,0%).

Il calo riguarda in maniera diffusa tutti i settori ma i dati peggiori arrivano dal settore degli altri mezzi di trasporto (meno 23,6%), dove si confronta con un dato particolarmente positivo nell’anno precedente. Calo drastico, su base annua, anche per l’industria farmaceutica (-13,0%) e l’industria chimica (-8,5%).

La flessione congiunturale registrata nell’ultimo trimestre del 2018, è pressoché di pari entità sui mercati interno ed estero, anche se in termini di ordinativi è il mercato estero a segnalare una prospettiva più sfavorevole.

Nel corso del 2018 il fatturato è stato tendenzialmente stabile nei primi nove mesi, con un peggioramento nell’ultimo trimestre. Nella media dell’anno, tuttavia, il fatturato dell’industria presenta, comunque, una dinamica moderatamente espansiva rispetto al 2017, anche al netto della componente di prezzo.

Il tracollo dell’industria, commenta il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra, è “tanto grave, quanto preannunciato”. “I dati - aggiunge il sindacalista - rilevano le gravi criticità della politica di sviluppo del Governo. Un esecutivo che in Manovra spende tanto, ma non investe quasi nulla sulle leve fiscali ed infrastrutturali necessarie a rilanciare occupazione, produttività e innovazione”. L’impostazione dell’Esecutivo, secondo Via Po, “manca di visione e progettualità, specialmente nella politica industriale: mortifica formazione e competenze, taglia risorse e strumenti sull’innovazione, sul Mezzogiorno, sul raccordo scuola-lavoro”. Il risultato, evidenzia Sbarra, è quello di “amplificare le debolezze di un sistema produttivo che già soffre, specialmente nell’export, del generale rallentamento delle principali economie mondiali”. “Condizione che imporrebbe una grande azione anticiclica - aggiunge il segretario aggiunto - che rimetta il Paese su binari idonei a raccogliere le sfide della Quarta rivoluzione industriale. Purtroppo nulla di tutto ciò all’orizzonte. Il Governo deve convincersi ad entrare in una nuova fase di confronto con il sindacato confederale, che esprime oggi proposte responsabili, pragmatiche ed unitarie sulle politiche industriali, molte delle quali condivise anche dal mondo dell’impresa”.

 

( 19 febbraio 2019 )

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