Tanta spesa corrente e pochi investimenti. Il giudizio dei sindacati sulla manovra, si sa, è duro. Tra le critiche rivolte al governo gialloverde c’è anche quella di aver assestato una sforbiciata agli incentivi per Industria 4.0 previsti dal piano Calenda, che ha rivitalizzato gli investimenti e riportato alla ribalta la politica industriale.
Una decisione che ha lasciato strascichi pesanti, anche se nel dibattito pubblico, dominato dai due totem di quota 100 e del reddito di cittadinanza e dalle trovate folcloristiche che si susseguono a ritmo vertiginoso, non se ne trovano molte tracce. Ad invertire il trend ha provato la Fim Cisl con la due giorni organizzata a Milano dal titolo ”Fim 4.0 Smart Union e Better Future”.
Nonostante il taglio si sia rivelato nella stesura finale più contenuto di quello previsto nelle prime bozze, resta il fatto, dice il segretario generale della Fim Marco Bentivogli, che ”sul 4.0 nella manovra non sono previsti investimenti importanti per questo ambito. Bisogna convincersi che la politica non può occuparsi solamente delle elezioni ma deve lavorare per il bene del Paese”. Anche l’attenzione riservata ai temi dell’Intelligenza artificiale e della Blockchain incontra gli stessi limiti di approccio: ”Aver insediato al Mise la commissione per l’intelligenza artificiale è un aspetto positivo”, riconosce Bentivogli, ma il fatto che la dote a disposizione sia appena di 95 milioni stride con i proclami altisonanti sull’importanza dell’innovazione digitale.
Ovviamente critico è Carlo Calenda, che da ministro dello Sviluppo Economico è stato nel 2016 il ”papà” del piano: ”Prima le risorse erano per piccole e grandi, loro hanno levato solo le grandi, non hanno aggiunto per le piccole”.
Più sfumata nella forma ma non dissimile nella sostanza la valutazione di Confindustria: ”Il piano Calenda andava nella direzione giusta perché ha ascoltato le imprese”, afferma il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi.
Per il futuro, assicura il segretario generale aggiunto della Cisl Luigi Sbarra, l’impegno è quello di ”rimettere al centro, insieme alla Fim, la politica industriale per governare l’innovazione”. La manifestazione convocata per il 9 febbraio serve anche a questo, sostiene Sbarra: ”Nella manovra sono stati sacrificati i temi della crescita, dello sviluppo e del lavoro. Avevamo chiesto al presidente del consiglio una svolta con un rilancio degli investimenti e invece tutto questo non c’è stato”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)