Sabato 23 novembre 2024, ore 4:34

Industria

Ilva, il fattore tempo diventa fondamentale

No ad uno ”spezzattino” o ad una vendita parziale dell’Ilva. Lo hanno ribadito stamane in audizione in Commissione attività produttive della Camera i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Nel corso del suo intervento, il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, in particolare, ha raccomandato la necessità di rispettare tempi di vendita dell’azienda. "Non ci possiamo permettere di andare per le lunghe - ha detto - perché c'è un problema di depauperamento, che va evitato, e perché occorre procedere rapidamente all'ambientalizzazione, su cui il governo ha già stanziato delle risorse".

Per Salvatore Barone della Cgil, sarà decisivo l'intervento della Cdp, a patto che "la partecipazione finanziaria della parte pubblica abbia come finalità la piena salvaguardia dell'integrità dell'Ilva e dell'occupazione".

Mentre Rocco Palombella della Uil ha auspicato che il governo, prima di prendere decisioni sulle offerte, ascolti anche i sindacati. "Chiediamo di poterci confrontare preventivamente sui progetti proposti dagli investitori" ha aggiunto Barone sottolineando che il confronto permetterebbe di "assicurare informazioni e una condivisione sociale di questa operazione strategica".

Allo stato, la partita per l'Ilva vede contrapposte la proposta del colosso franco-indiano ArcelorMittal e Marcegaglia, già sostanzialmente formalizzata, e quella ancora potenziale di Arvedi e dei turchi di Erdemir. Senza dimenticare, il ruolo finanziario che potrà svolgere il patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, che non si è schierato apertamente ma che non ha escluso l'ipotesi di un suo contributo.

Con la deadline per le offerte vincolanti fissata al 30 maggio, Cassa Depositi e Prestiti dovrà prendere posizione e mettere sul tavolo la sua partecipazione di minoranza, replicando di fatto lo schema del Fondo Atlante ideato per le banche, assicurando anche una copertura istituzionale. In questo senso, secondo quanto si vocifera in ambienti finanziari, sono due i parametri che Costamagna e Gallia starebbero considerando, d'accordo ovviamente con Palazzo Chigi: in primo luogo, la solidità del progetto industriale e, quindi, le concrete chances di arrivare a riportare in attivo il gruppo; secondo, le ricadute, anche in termini occupazionali e di indotto, che comporterebbero le sovrapposizioni tra una realtà come l'Ilva e i gruppi acquirenti.

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 10 maggio 2016 )

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