Sono due le offerte vincolanti presentate per l'acquisizione dei complessi aziendali del gruppo Ilva: sono quelle di AcciaItalia e di Am Investco Italy. E' quanto si legge in una nota diffusa dai commissari straordinari di Ilva Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba, dopo l'apertura delle buste presso lo studio notarile di Piergaetano Marchetti. "Le offerte", informa il comunicato, "sono state trasmesse all'advisor finanziario della procedura di amministrazione straordinaria, Rothschild, per gli adempimenti connessi alla procedura".
C’è tempo un mese per conoscere chi delle due cordate in gara sarà la prescelta per l’acquisizione dell’Ilva. Il conto alla rovescia parte proprio oggi, giorno di scadenza per la presentazione delle offerte. I contendenti, che in comune hanno la nazionalità indiana dei capofila, sono noti: da un lato c'è Lakshmi Mittal patron di ArcelorMittal numero uno mondiale dell'acciaio, dall'altro Sajjan Jindal numero uno di Jindal South West (JSW). Negli ultimi giorni i due colossi siderurgici si sono spesi molto sui media per convincere l'opinione pubblica che la loro sia la migliore offerta per Taranto. ArcelorMittal che, attraverso la joint Venture Am Investco, si presenta in cordata con il gruppo italiano Marcegaglia (al 20%), ha fatto sapere che intende portare la produzione (attualmente a 5,8 milioni di tonnellate) fino a 6 milioni, utilizzando i tre altiforni attualmente in uso (e non utilizzare l'altoforno più potente, l'Afo 1 oggi spento). Inoltre farà lavorare a Taranto altri 2 milioni di tonnellate di bramme per le finiture. L'obiettivo di ArcelorMittal è di produrre a Taranto acciaio di alta qualità destinato alle imprese automobilistiche. Jindal, che si presenta con il 35% della cordata Acciaitalia insieme a Cdp (27,5%), Delfin (27,5%)e Arvedi (10%), punta anche lui a una produzione di 6 milioni di tonnellate da ciclo integrale, risanando e utilizzando però Afo 1 (operazione che, secondo alcune stime, richiederebbe 250-300 milioni di euro). Entrambi i gruppi puntano al pareggio di bilancio in tre anni.
Secondo Jindal, AcciaItalia dovrebbe poi andare in Borsa con la possibilità per i soci finanziari (Cdp e Delfin) di ridurre la propria quota a vantaggio del mercato. Quanto alle speranze di una decarbonizzazione di Taranto, auspicata da molti, è ormai acquisito che nel breve periodo nessuno dei due concorrenti potrà fare a meno del carbone.
ArcelorMittal parla di una "decarbonizzazione possibile nel lungo periodo" mentre Jiidal utilizzerà subito il gas per ridurre del 20% nel tempo l'utilizzo del carbone, ma il carbone comunque rimane ancora la fonte energetica principale del ciclo integrale. Entrambe le cordate si serviranno anche di forni elettrici per ridurre le emissioni.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)