Nastri neri distribuiti alle migliaia di dipendenti dell’indotto Ilva, invitati ed infilarli al braccio in segno di lutto durante le ore di lavoro e fino al 20 luglio, quando al ministero dello Sviluppo Economico prenderà avvio la trattativa con AM Investco, cordata aggiudicataria del Gruppo siderurgico.
È quanto avvenuto oggi, dalle ore 6.30 e nelle successive due ore, presso la portineria Imprese dello stabilimento ionico dove i leader territoriali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltrasporti Uil hanno ribadito che dai sette agli otto mila lavoratori del comparto pulizie industriali, pulizie civili e mense, con la nuova proprietà dell’Ilva, rischiano fortemente di essere abbandonati al loro destino, privati di capacità contrattuale in un mercato che non li garantirebbe nei cambi di appalto, né di assegnazioni di commesse al massimo ribasso.
Nelle migliori delle ipotesi, hanno anche paventato, potrebbero intervenire forti riduzioni orarie e reddituali, nelle peggiori si potrebbe arrivare, addirittura, alla fuoriuscita di questi addetti dal mercato del lavoro correlato alla stessa Ilva. "Benché sia costituzionalmente sancito il diritto al lavoro e alla dignità delle persone, al netto delle appartenenze contrattuali ci avvilisce la sordità assoluta dei soggetti pubblici e privati cointeressati alla favorevole conclusione della vicenda Ilva, alla nostra richiesta di ricomprendere al tavolo istituzionale anche i sindacati maggiormente rappresentativi delle lavoratrici e dei lavoratori dell’indotto siderurgico" hanno lamentato le tre sigle sindacali in un documento reso pubblico.
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