Si tratta del settimo dato consecutivo positivo. Un dato, sottolinea il governatore di Bankitalia Visco, che ”indica un aumento ancora sostenuto dal recupero del settore servizi, quello più colpito dalla pandemia”. Resta la necessità della prudenza in questo contesto di grande incertezza, aggiunge Visco intervenuto alla Giornata mondiale del risparmio. In Italia, in linea con le tendenze registrate negli altri principali Paesi dell’area dell’euro, è proseguita la riduzione della propensione al risparmio delle famiglie in atto dal secondo trimestre del 2021, dopo l'eccezionale rialzo nella fase più acuta della pandemia, quando era salita con forti oscillazioni da meno del 10% di fine 2019 al 18% dei primi mesi del 2021. Nel secondo trimestre di quest'anno, per il complesso delle famiglie, la propensione al risparmio si è attestata all’11%, in calo di circa due punti percentuali rispetto all'ultimo trimestre del 2021. Osserva il presidente dell’Acri Profumo: ”La nuova crisi energetica e inflazionistica, con il fantasma della recessione alle porte, inizia a intaccare i risparmi degli italiani, offuscando le previsioni per il futuro, mentre l’ultima indagine Acri-Ipsos ha evidenziato come siano già praticamente raddoppiate le famiglie in difficoltà”. Le famiglie che registrano una situazione positiva sono invece scese dal 35 al 23%. Pensando al futuro, il 76% degli italiani si sente preoccupato (era il 56% nel 2021). Sottolinea Profumo: ”Il risparmio continua ad avere il suo inestimabile valore riconosciuto dai Costituenti quasi settantacinque anni fa: un valore che la Repubblica è chiamata a incoraggiare e a tutelare. Se saremo in grado di accompagnare gli italiani in una transizione consapevole, verso un sapiente mix di liquidità per gli imprevisti e investimento per gli anni a venire, ancora una volta il risparmio potrà rivelarsi uno strumento imprescindibile per attraversare indenni la tempesta e immaginare, e iniziare finalmente a costruire, un futuro migliore per tutti”.
E nel suo messaggio anche il capo dello Stato Mattarella afferma: ”La difesa del valore dei redditi e del risparmio contro la crescita dell'inflazione, dovuta all'impennata del costo dell'energia e degli altri beni di prima necessità, appare, più che mai un compito primario al quale la Repubblica è tenuta per Costituzione”.
Dal Governo, il ministro dell’Economia Giorgetti ricorda che il risparmio delle famiglie è ”un asset cruciale, garanzia fondante del nostro futuro non meno dell'energia”; e assicura ”massimo impegno per la protezione dell’economia delle famiglie e delle imprese in questo periodo di incertezza”.
I riflettori in proposito sono accesi sulla manovra. Non è ancora noto quando varcherà la soglia del Parlamento, lasciando presagire un dicembre al cardiopalma per l'ok finale prima dell'eventuale esercizio provvisorio. Il Governo cerca intanto le risorse per dar seguito agli impegni assunti in campagna elettorale ma gli spazi, come noto, non consentiranno di accogliere tutti i desiderata. Anche perché l'impatto della manovra, per avviare i primi interventi, far fronte alle urgenze (bollette innanzitutto), finanziare le spese indifferibili, sfiora già una cifra di tutto rispetto: circa 20 miliardi, destinati secondo alcuni calcoli a salire a 40 miliardi.
Intanto pressing dei sindacati sul Governo per affrontare quanto prima l'emergenza economico-sociale. Prima che peggiori e diventi ancor più drammatica. Dalla legge di bilancio, che ha tempi stretti, al caro bollette, passando per sanità, lavoro e contratti, redditi e pensioni, l'urgenza dei nodi da sciogliere si fa sempre più evidente mentre l'inflazione corre. Venerdì prossimo la ministra del Lavoro Marina Calderone ha convocato un primo incontro con le parti sociali. Ma i leader della Cgil Landini e della Cisl Sbarra chiedono che sia la premier Meloni a chiamare tutti a Palazzo Chigi.
Intanto, dice Landini, per sapere ”quale legge di bilancio si fa e come si affronta l'emergenza energetica, due punti su cui ancora non abbiamo avuto risposte”. La priorità, dicono i leader sindacali è salvaguardare il reddito delle famiglie, dei lavoratori, dei dipendenti e dei pensionati. Per Landini si deve partire dalla legge di Bilancio e passare a crisi energetica, sanità, lavoro, contratti, redditi e pensioni e la misura principale, la prima a cui ricorrere, è la tassa sugli extraprofitti che va rivista: ”Non al 25% ma deve essere totale, al 100%, ”perché quella quantità di soldi, 40 miliardi come minimo fra imprese energetiche ma anche banche, servizi assicurativi e aziende farmaceutiche, va redistribuita senza che sia messa in discussione la vita di quelle imprese”. Aggiunge Landini: ”Vediamo se il Governo anziché pensare a condoni o ad alzare il tetto del contante fa una cosa seria e mette in tasca soldi che i lavoratori non hanno”.
Di fronte a una inflazione galoppante, salita al 12%, al caro bollette e al sempre più ridotto potere d'acquisto, Sbarra chiede di ”mettere sotto controllo prezzi e tariffe, eliminare l'eccessiva speculazione, rinnovare i contratti pubblici e privati e fare un deciso taglio delle tasse soprattutto dei redditi per le persone che rappresentiamo”. Insomma, sottolinea il leader Cisl, ”è maturo il tempo per un grande accordo, un patto finalizzato a mettere al centro una politica dei redditi, e per orientare i comportamenti delle persone”.
In vista dell’incontro con Calderone, Cgil Cisl e Uil ricordano di avere presentato piattaforme molto precise su sicurezza, salute, assunzioni, rinnovo dei contratti da cui dipende davvero il potere d'acquisto dei salari.
Giampiero Guadagni