Il Governo ha proposto ai sindacati un calendario di incontri, che partendo dal Pnrr approfondiscano poi i problemi legati ai settori più colpiti dalla transizione energetica e dall’impennata dei costi dell’energia, arrivando poi alla legge di Bilancio. Saranno aperti dal 23 luglio tavoli sul cuneo fiscale, la lotta alla precarietà del lavoro e sul salario minimo partendo dalla proposta del ministro del Lavoro.
Nella conferenza stampa del pomeriggio, il premier Draghi ha detto che l’incontro con i sindacati ”è stato positivo”. E ha aggiunto: ”Nei mesi scorsi ho parlato di un nuovo patto sociale per la continuazione della crescita e la tutela del potere di acquisto delle famiglie. L’economia italiana continua a crescere, ma le previsioni sono piene di rischi, a cominciare dal costo della vita. La nostra economia sta andando meglio delle attese, ma sarei esitante a dire lo stesso per i prossimi mesi”. Per questo, ha proseguito il premier, serve un nuovo patto sociale per contrastare l'inflazione. ”Dobbiamo difendere pensioni e salari e per far questo serve un coinvolgimento pieno del Governo con le parti sociali. La contrattazione collettiva è uno dei punti di forza del nostro modello industriale, non accettabile che alcuni contratti siano scaduti da 3 anni, alcuni addirittura da 9 anni”.
Da parte loro i sindacati hanno avanzato le loro proposte: prorogare il taglio delle accesi sui carburanti, allargare la platea di chi può usufruire degli aiuti sulle bollette, riproporre il bonus da 200 euro e allargarlo a precari e autonomi, destinare i tagli al cuneo fiscale solo ai lavoratori, detassare la contrattazione di secondo livello, aumentare la tassazione degli extraprofitti per le imprese energetiche. Hanno ribadito la richiesta di uno scostamento di bilancio per finanziare nuove misure entro la fine dell'anno.
Il leader della Cisl Sbarra definisce l’incontro ”positivo, potenzialmente decisivo”. E spiega: ”Il Governo si è impegnato ad un confronto strutturato e permanente con le parti sociali. Ha condiviso la nostra impostazione anche per governare le emergenze”. Sottolinea ancora il numero uno di Via Po: ”Bisogna agire sul taglio del cuneo fiscale sul lavoro per aumentare il netto in busta paga, c'é bisogno di una piena rivalutazione delle pensioni. Bisogna valutare la possibilità dell'azzeramento dell' Iva su beni e acquisti di largo consumo per famiglie in difficoltà. Il Governo deve regolare anche la speculazione”.
Nelle ore precedenti all’incontro, Sbarra aveva ricordato che ”questo è il momento della responsabilità nel quale tutte le energie del Paese, istituzioni, forze politiche e sociali, devono unirsi in vista di obiettivi condivisi. L'Europa, e pensiamo anche la gente comune, non comprenderebbe”. In Italia, ha aggiunto, ”c’è un problema di crescita salariale che noi dobbiamo affrontare. Il salario minimo è una buona soluzione se la si affronta attraverso la via della contrattazione”. La proposta Orlando ”è una buona base per il confronto. Si possono prendere a riferimento i trattamenti economici complessivi dei contratti maggiormente diffusi e applicati per alzare i salari bassi”.
Molto cauto il leader Cgil Landini: ”L’unica novità è la disponibilità sul piano del metodo. Numeri non ci sono stati fatti. Ci si è fermati a temi come la difesa del potere d'acquisto, la precarietà, il salario minimo. Al momento non abbiamo risposte. Ad oggi risultati non ce ne sono. Abbiamo ribadito che dobbiamo agire e non possiamo aspettare la legge di bilancio”.
Per il numero uno della Uil Bombardieri ”è ora di farla finita con i bonus, servono interventi strutturali. Su salari e pensioni abbiamo chiesto al governo di intervenire subito. Non possiamo aspettare la manovra e quindi interventi che vadano in vigore a gennaio 2023. Abbiamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, detassare la contrattazione di secondo livello e di intervenire, attraverso il cuneo per aumentare il netto in busta paga di lavoratori e pensionati”.
All'incontro tra Governo e sindacati guardava con molta attenzione anche la maggioranza di Governo, in stato di fibrillazione in attesa della decisione del Movimento 5 Stelle sul voto di giovedì in Senato sul dl Aiuti. Senza l'appoggio dei 5 Stelle l'Esecutivo, dopo la scissione di Di Maio, potrebbe numericamente tenere. Ma Draghi, in conferenza stampa, ha chiarito che “questo Governo non esiste senza Movimento 5 Stelle, non ci sarà un Draghi 2”, confermando così il senso del colloquio di lunedì sera al Quirinale con Mattarella.
Da Draghi un altro messaggio a Conte: “Le richieste presentate la scorsa settimana hanno molti punti di convergenza con l’agenda del Governo”.
Giampiero Guadagni