Il fatturato fantasma della contraffazione vale 7,2 miliardi di euro e cresce del 3,4% rispetto al 2015. Ma a causa del mercato del falso si contano 100 mila occupati in meno e risorse sottratte al fisco per 1,7 miliardi di euro.
È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata per il Ministero dello Sviluppo Economico. Senza la contraffazione, secondo il Censis, la produzione interna registrerebbe un incremento di 19,4 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 7 miliardi (un valore quasi uguale, ad esempio, a quello generato dall’intera industria metallurgica). Produrre e commercializzare gli stessi prodotti nei circuiti dell’economia legale comporterebbe 104mila unità di lavoro in più (circa il doppio dell’occupazione dell’intera industria farmaceutica). Inoltre, ogni euro sottratto al mercato della contraffazione genererebbe 2,7 euro nell’economia legale nazionale. E l’emersione della contraffazione potrebbe produrre un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva), poichè il mercato del falso sottrae all’erario 1,7 miliardi di euro. Se si considerano anche le imposte che deriverebbero dalla produzione attivata nelle altre branche dell’economia, a monte e a valle, il gettito fiscale complessivo aumenterebbe a 5,9 miliardi di euro, pari al 2,3% del totale delle entrate dello Stato per le stesse categorie di imposte.
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