Venerdì 22 novembre 2024, ore 16:33

Economia 

Il Governo investe sulla ripresa 

Meno di un’ora la durata. Segno che praticamente tutto il lavoro era stato fatto prima. Il Consiglio dei Ministri ha approvato giovedì pomeriggio il Documento di economia e finanza e la relazione sullo scostamento di bilancio, con la quale si richiede l’autorizzazione al Parlamento al ricorso a un maggiore indebitamento per 40 miliardi di euro, risorse che saranno utilizzate per un nuovo provvedimento di sostegno alle imprese e all’economia. L’extra deficit servirà anche a coprire parte delle opere escluse dal Recovery plan, quei progetti cioè ”in esubero” rispetto ai 191 miliardi a disposizione del Pnrr, e che sono comunque ritenuti validi. Sarà costituito una sorta di fondo ad hoc da 30 miliardi circa, da spalmare sui sei anni, finanziato in deficit, per una media di circa 5 miliardi l'anno. Il rapporto deficit/Pil è stimato nel def all’11,8% nel 2021, un livello molto elevato dovuto alle misure di sostegno all’economia e alla caduta del Pil. Nel 2021 la crescita del Pil programmatico arriverà al 4,5%. Nel 2022 il Pil crescerà del 4,8%, per poi crescere del 2,6% nel 2023 e dell’1,8% nel 2024 (”tassi di incremento mai sperimentati nell’ultimo decennio”, sottolineano a Palazzo Chigi).
L’Esecutivo ha quindi deciso uno scostamento da 40 miliardi, cioè l’extra deficit previsto rispetto a quanto già autorizzato dal Parlamento e una linea di finanziamento complementare al Recovery Plan da circa 30 miliardi per dare una spinta aggiuntiva all’economia e riuscire a riportare il deficit al 5,9% nel 2022, al 4,3% nel 2023, al 3,4% nel 2024 e sotto il 3% nel 2025. Dall’inizio di quest’anno è stato già autorizzata una prima tranche di extradeficit da 32 miliardi, che si è tradotta nel decreto Sostegni. L’auspicio è che questo sia ”l’ultimo intervento di grande portata”, assicurando comunque ”l’impegno a sostenere l’economia per tutto il periodo che sarà necessario”. I sostegni a imprese e famiglie erogati sin qui nel 2021 raggiungono il 4% del Pil dopo il 6,6% erogato lo scorso anno.
Nella premessa al Def il ministro dell’Economia Franco sottolinea: ”La seconda fondamentale gamba della strategia di uscita dalla crisi e di ritorno allo sviluppo si baserà su un forte impulso agli investimenti pubblici. Il Pnrr potrà infatti contare su una disponibilità di Fondi nazionali che lungo il periodo 2021-2026 porterà il perimetro complessivo del piano a 222 miliardi, di cui circa 169 aggiuntivi rispetto alla programmazione esistente. A tali risorse si aggiungeranno circa 15 miliardi netti provenienti dalle altre componenti del Ngeu, quale il React-Eu. Si tratta di un piano di rilancio, di uno shock positivo di investimenti pubblici e incentivi agli investimenti privati, alla Ricerca e Sviluppo, alla digitalizzazione all'innovazione, senza precedenti nella storia recente”.
Aggiunge Franco: ”La prima esigenza che il Governo ha avvertito, e ancora avverte, è di continuare a sostenere l’economia con grande determinazione, compensando anzitutto i lavoratori e le imprese più danneggiati dalle misure sanitarie che si sono rese necessarie. Ciò non solo per ragioni di doverosa solidarietà e coesione sociale, ma anche per evitare che la chiusura definitiva di posizioni lavorative e di aziende che in condizioni normali sarebbero in grado di stare sul mercato abbassi il Pil potenziale del Paese”. Franco ha fatto anche sapere che nella seconda metà dell’anno sarà definita la riforma del fisco.
E il premier Draghi ha iniziato un giro di consultazioni con i partiti per discutere il Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo scheletro del nuovo decreto con i sostegni e la liquidità per le imprese che dovrebbe arrivare in parallelo con la decisione sulle eventuali riaperture.
Giampiero Guadagni

( 15 aprile 2021 )

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