Quanto al taglio del cuneo fiscale, la voce della manovra con maggiori risorse dopo la questione bollette, ”abbiamo voluto dare un segnale ma vogliamo fare di più, queste sono state scelte di emergenza ma siamo d'accordo che il tema del taglio del lavoro sia una priorità”. Altro punto dolente: ”Il voucher non deve diventare uno strumento per sottopagare i lavoratori”.
Diverse le valutazioni dei sindacati.
Di incontro ”importante e positivo” parla il segretario generale della Cisl Sbarra. Il sindacato di Via Po ha ribadito la propria valutazione sulla Manovra insieme a un pacchetto di proposte migliorative, indicando anche un percorso di corresponsabilità che guardi oltre la Legge di Bilancio e dia forma a un Progetto Paese qualificato su investimenti e riforme”. Nel merito la Cisl ha chiesto, tra l’altro, di ristabilire la piena rivalutazione di tutte le pensioni, di rimuovere i vincoli su Opzione donna, di rafforzare l’operazione sul cuneo fiscale e la decontribuzione per assunzioni e stabilizzazioni di giovani e donne. Inoltre la Cisl ritiene che la detassazione sugli accordi di produttività vada resa totale, liberata dai criteri di incrementalità ed estesa ai comparti pubblici. Per valorizzare le relazioni industriali e la contrattazione è anche indispensabile fare un passo indietro sui voucher, ristabilendo la centralità delle relazioni industriali nel terziario e nell’agricoltura. Resta poi di fondo l’esigenza di rafforzare le dotazioni per sanità, scuola, politiche sociali, non autosufficienza, le cui poste sono colpite anche dall’inflazione. Unitamente alla partita della manovra, sottolinea ancora Sbarra, la Cisl ritiene urgente un Patto triangolare anti-inflazione finalizzato a salvaguardare e rilanciare salari, pensioni e redditi delle famiglie. E dunque ha sollecitato l’apertura di una stagione di confronto sulle riforme e i tanti dossier aperti. Il Governo, a seguito di queste richieste, ha annunciato l’avvio di primi tavoli di confronto, a partire da quello sulle pensioni, che si aprirà il 19 gennaio. Nello stesso mese, secondo quanto riferito dai ministri, avranno luogo le prime riunioni su salute e sicurezza (12 gennaio), politiche industriali e aiuti alle imprese, pubblica amministrazione. Conclude Sbarra: ”Consideriamo rilevanti e significativi gli impegni assunti. Ora è importante dare seguito alle disponibilità annunciate sia migliorando la Legge di Bilancio, sia nella prospettiva di avviare una stagione di cambiamento partecipato sulle riforme”.
Insomma la Cisl continua sulla strada del confronto, mentre Cgil e Uil imboccano quella della mobilitazione. E confermano gli scioperi dal 12 al 16 dicembre in tutte le Regioni. Afferma Landini: ”Le risposte arrivate dal premier Meloni hanno confermato le profonde distanze su fisco e precarietà e anche sulla tutela del potere d acquisto: avevamo chiesto un taglio cuneo del 5% e l’introduzione del fiscal drag ma non sono arrivate risposte se non una generica promessa di valutare le risorse”. Pollice verso della Cgil anche sui tavoli di confronto che partiranno a gennaio. Sulla stessa linea Bombardieri: ”Abbiamo ribadito il giudizio negativo sulla manovra. Non c è stata nessuna risposta su salari e pensioni ne sul cuneo fiscale. E quanto ai confronti tematici che saranno avviati dai ministeri il prossimo gennaio, il 16 sulla salute e sicurezza e il 19 sulle pensioni, dico che con i tavoli non si pagano le bollette né si mangia”.
Scaduto nel frattempo il termine per presentare gli emendamenti. Di fronte alla prevista valanga - seppur quest'anno contingentata - il Governo serra i ranghi. A questo è servito l’incontro di mercoledì mattina tra il premier Meloni e i capogruppo della maggioranza.
Meloni ridimensiona le tensioni con Bankitalia (”nessuna critica sostanziale); si mostra rassicurante anche sul Pnrr (”l’importante è che le risorse arrivino a terra”). E sulla manovra detta la linea: sul tetto al contante non si torna indietro, le polemiche sul Pos sono strumentali, è possibile rivedere qualcosa ma senza cambiare l'impianto del provvedimento. Nessun passo indietro neppure sul reddito di cittadinanza.
Da parte sua il ministro dell’Economia Giorgetti non condivide il pessimismo di alcune istituzioni internazionali sui conti pubblici italiani; e contesta le critiche arrivate sul fatto che la legge di bilancio sia a vantaggio dei ricchi e non dei poveri.
Gli emendamenti presentati ieri dalla maggioranza sono stati circa 500. Ma i gruppi parlamentari individueranno le proposte di modifica prioritarie.
Valutazioni invece saranno fatte sull’innalzamento delle pensioni minime per alcune categorie over 75, ma i margini restano stretti. Per Opzione donna si lavora all'eliminazione della discussa condizionalità dei figli (resterebbe la limitazione a tre categorie di lavoratrici svantaggiate, con l'innalzamento dell'età a 60 anni), modifica che dovrebbe arrivare con un emendamento del Governo.
Sul superbonus annunciato un emendamento del governo e del Mef che va nella direzione indicata da Forza Italia: proroga a dicembre e sblocco crediti.
Per il Sud la proroga delle agevolazioni fiscali e dei crediti di imposta. E sempre per il Sud arriva anche il via libera dell'Ue alla nuova tranche di aiuti per 5,7 miliardi destinata dall'Italia per le imprese del Mezzogiorno: gli aiuti potranno essere erogati fino alla fine del 2023.
Alt del Mef all’ipotesi di consentire al mondo dello sport di rateizzare imposte e contributi in scadenza il 22 dicembre consentendo inoltre la sospensione di sanzioni amministrative, penali e sportive.
Dal fronte opposizioni: il Pd punta sulla riduzione più netta del cuneo e sul rifinanziamento di Opzione donna nella versione in vigore finora. Il M5S chiede lo stop all'innalzamento del tetto al contante a un pacchetto di interventi per ripristinare il Reddito di cittadinanza. Il Terzo Polo vuole finanziare una parte rilevante di Industria 4.0 con il Pnrr.
Giampiero Guadagni