Scontri tra manifestanti e polizia al corteo degli studenti contro il G7 in corso di svolgimento a Venaria. Le forze dell'ordine hanno respinto alcuni giovani che hanno provato a raggiungere via Carlo Alberto, una delle arterie che conducono in piazza Carlina, sede dell'hotel che ospita i ministri provenienti da tutto il mondo. Interpellato al riguardo, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha replicato: "Credo che il dibattito e il confronto su opinioni diverse siano dentro le logiche della democrazia e che rappresentino dei suoi elementi essenziali", purché "questo avvenga dentro le regole".
Proprio i giovani, però, rappresentano il cuore del problema occupazionale cui il G7 è chiamato a dare risposte.
Per Annamaria Furlan, che attarverso un editoriale pubblicato oggi su Conquiste del Lavoro e su L'Avvenire anticicipa la posizione della Cisl sul tema, "La discussione sul futuro del lavoro dovrebbe essere saldamente basata sui princìpi di una giusta transizione, per garantire che i lavoratori non debbano pagare il costo dell'adeguamento ai cambiamenti della produzione a causa della crescente digitalizzazione delle nostre economie. Per questo chiederemo ai ministri del G7 di individuare princìpi e azioni concrete per governare equamente l'impatto dell'automazione e della rivoluzione digitale attraverso il dialogo sociale. Non bisogna avere paura della robotizzazione. La sfida di tutti i governi industrializzati deve essere quella di legare l'innovazione tecnologica alla formazione 4.0 e a una migliore qualità di ciò che si produce, creando un sistema in cui il lavoratore sia indispensabile per l'utilizzo della macchina. Ma per fare questo bisogna introdurre a livello aziendale meccanismi nuovi di partecipazione dei lavoratori per contribuire a prevedere e anticipare i cambiamenti e migliorare ulteriormente l'innovazione. Questo è un punto dirimente che la Cisl e tutto il movimento sindacale internazionale porranno ai Governi del G7. Chiederemo che vengano garantiti i diritti fondamentali del lavoro. Va fermato il ricorso eccessivo a forme crescenti di lavoro mal retribuito, precario e autonomo".
Una posizione ribadita in una nota unitaria nella quale Cgil, Cisl e Uil chiedono ai Ministri del G7 si chiede d’individuare principi ed azioni concrete per garantire una distribuzione equa dei vantaggi derivanti dalle economie globalizzate e digitalizzate.
Ma non solo. L'Italia con grande ritardo, ad esempio, sta finalmente affrontano il problema delle politiche attive. Secondo un'indagine condotta dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro sui dati CICO (Campione Integrato delle Comunicazioni Obbligatorie), forniti dal Ministero del Lavoro, e presentata oggi al Festival del Lavoro di Torino, l'avvio in modo definitivo e strutturato in autunno dell'assegno di ricollocazione riguarderà una platea di circa un milione di persone, con una leggera prevalenza maschile. L'assegno individuale di ricollocazione consiste in una somma, graduata "in funzione del profilo personale di occupabilità", che chi ha perso l'impiego (e percepisce la Naspi da almeno 4 mesi) può 'spendere' presso i Centri per l'impiego pubblici, le agenzie per il lavoro private e i consulenti del lavoro accreditati.
Obiettivo della sperimentazione quantificare i destinatari reali dell'assegno di ricollocazione - ovvero i percettori dell'indennità di disoccupazione Naspi nel 2016 - e verificarne le caratteristiche utili ad individuarne l'occupabilità. Secondo la ricerca, rischiano l'esclusione dall'assegno circa duecentomila persone, che per assenza dei requisiti di occupabilità potrebbero rientrare tra quei soggetti che vivono in condizioni di povertà ovvero i destinatari del reddito di inclusione: un diverso strumento di attivazione sociale.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)