Lunedì 25 novembre 2024, ore 5:06

Lavoro 

Formazione e sicurezza, no a passi indietro 

Nella bozza del testo del nuovo accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di sicurezza sul lavoro si prevede un taglio delle ore per i lavoratori dei settori a rischio alto: da cantieri allo smaltimento dei rifiuti, dalla sanità alla produzione e lavorazione di metalli. Si passerebbe dalle 16 ore attuali a 10, 4 per la formazione generale e 6 per quella specifica. Eliminata del tutto anche la classificazione per livelli di rischio. Una riduzione non di poco conto, che rischierebbe di mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori in un contesto già di per sé allarmante, a pochi giorni dalle ultime tragedie sul lavoro e dal messaggio del Presidente della Repubblica Mattarella, che ha sottolineato come non si stia facendo abbastanza per prevenire morti e incidenti sul lavoro.
Un’altra novità riguarda la possibilità per i lavoratori di seguire i corsi anche in modalità e-learning, cioè da remoto utilizzando computer o tablet. Una possibilità a disposizione finora solo dei lavoratori in attività a basso rischio. Una modalità che rischia di non riuscire a sostituire con efficacia la formazione sul campo (appunto quella specifica) relativa ad esempio a procedure di primo soccorso, movimentazione merci o rischio chimico.
Inoltre, si allentano le restrizioni per i soggetti che erogano la formazione. Come si legge nel testo della bozza, infatti, è sufficiente essere accreditati presso una Regione o Provincia Autonoma. Verrebbe meno, dunque, il requisito che al momento richiede un’esperienza almeno triennale di formazione su salute e sicurezza sul lavoro opportunamente documentata.
Commenta il segretario confederale Cisl Giorgio Graziani: ”È sbagliato pensare di ridurre le ore formazione obbligatoria per i settori ad alto rischio. È necessaria più formazione per prevenire gli incidenti mortali e gli infortuni nei luoghi di lavoro”. La Cisl ha già espresso formalmente la propria posizione nel merito del contenuto della bozza di documento per l'accordo con la Conferenza Stato-Regioni in tema di formazione obbligatoria sulla sicurezza oramai in discussione da un anno e mezzo. La nota inviata alla direzione generale salute e sicurezza lo scorso 6 settembre, in preparazione all'incontro che si doveva tenere sul piano tecnico con la stessa direzione il 15 settembre (incontro poi rinviato), era finalizzata ad indirizzare la discussione in modo da sciogliere i nodi critici e arrivare ad una proposta di formulazione condivisa. Spiega ancora Graziani: ”Tra i diversi punti evidenziati nella nostra memoria si esplicitava con chiarezza la nostra contrarietà alla diminuzione delle ore di formazione per i settori ad alto rischio, così come tra gli altri anche sull'insufficiente numero di ore previste per la formazione dei datori di lavoro che svolgono la funzione di Rspp (responsabile servizio di prevenzione e protezione) o sull'utilizzo dell'e-learning all'interno di corsi previsti". Secondo Graziani "siamo già molto in ritardo, per questo auspichiamo che la discussione riprenda al più presto con l'obiettivo di poter modificare ulteriormente la bozza così come già avvenuto su testi precedenti in cui sono state inserite modifiche che abbiamo apprezzato, sulla base di sollecitazioni e suggerimenti formulate proprio dalla Cisl. Il nostro giudizio finale sarà formulato come sempre alla stesura di un testo finale che dovrà tener conto di tutte le posizioni e sensibilità espresse, nella consapevolezza che il salto di qualità per la riduzione dei morti sul lavoro si fa su prevenzione e formazione su cui sono necessari tutti gli sforzi per il potenziamento e la piena efficacia. Non ci sono alternative”.
Dure anche le prese di posizione dei partiti di opposizione. Sottolinea ad esempio Maria Cecilia Guerra, responsabile lavoro del Pd: ”Gli incidenti sul lavoro che si susseguono ogni giorno, compresi quelli legati all'estate rovente, e la stessa strage di Brandizzo sembrano non avere insegnato niente. La bozza dell'accordo Stato-Regioni che dovrebbe razionalizzare la materia, licenziata dal Ministero del Lavoro, è, per molti aspetti, in aperto contrasto con le affermazioni, ripetute anche in questi giorni da esponenti di maggioranza e Governo, circa l'importanza della formazione per prevenirli”. Conclude Guerra: ”E come si può, dopo la strage di Brandizzo, prevedere che il modulo specifico "Cantiere" pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili riguardi solo l'impresa affidataria, e non l'impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro?”.
Giampiero Guadagni

( 19 settembre 2023 )

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