Sabato 23 novembre 2024, ore 2:40

Il caso

Fincantieri - Stx, alta tensione tra Roma e Parigi

Sale la tensione tra Roma e Parigi sull’affaire Fincantieri - Stx. Dopo che ieri fonti del ministero dell’Economia italiano hanno rivelato che il governo francese non ha dato il suo assenso alle modifiche all’assetto proprietario suggerite dall’Italia - modifiche che recepivano la richiesta di portare al 50% la presenza francese, continuando però ad assicurare il controllo a Fincantieri - oggi è il titolare dell’Economia Bruno le Maire ad uscire allo scoperto: se l’Italia non accetterà l’offerta presentata dalla Francia su un assetto 50-50 nell’acquisizione dei cantieri di Stx da parte di Fincantieri ”lo stato francese eserciterà il suo diritto di prelazione” e riaprirà il dossier, ha detto le Maire ai microfoni di FranceInfo. Questo perché, ha aggiunto, ”non vogliamo correre nessun rischio sul futuro dei posti di lavoro, sul futuro delle competenze, dei territori, in un sito industriale così strategico come quello dei cantieri industriali di Saint Nazaire”. Pressoché immediata la replica del governo italiano, che con il ministro dello Sviluppo Economia Carlo Calenda ha ricordato che ”su Stx siamo stati chiari fin dal principio. Il precedente Governo francese ha chiesto a Fincantieri di interessarsi, e Fincantieri lo ha fatto con un progetto industriale solido che ha alcune condizioni fondamentali”. Chiaro l’avvertimento: ”Queste condizioni sono conosciute dal Governo francese, dal precedente che ha firmato un accordo e dall’attuale: non abbiamo nessuna intenzione di andare avanti se queste condizioni non ci sono”. Non è solo tra i governi che emergono le divergeneze. Anche tra sindacati francesi ed italiani l’acquisizione da parte di Fincantieri dei cantieri di Saint Nazaire ha suscitato qualche ruggine. ”L’Italia è stata terreno di importanti acquisizioni francesi più o meno strategiche - ricorda il segretario nazionale della Fim MIchele Zanocco - ma mai nessuna organizzazione sindacale confederale ha condizionato o vincolato la decisione sulla vendita all’appartenenza francese - o in genere straniera - del gruppo che acquisiva, né chiamato il governo italiano a nazionalizzare per non cedere ad una società di un altro paese”.

( 26 luglio 2017 )

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