Ci vorrà qualche giorno perché Sergio Marc hionne digerisca la batosta rifilata alla ”sua” Ferrari dalla Mclaren a Monza. Ma in fondo che tirasse una brutta aria si era capito già dalle qualifiche, nonostante l’ottimismo con cui il presidente aveva provato a motivare il team del Cavallino. A Monza, però, Marchionne ha parlato anche in qualità di gran capo di Fca, regalando ai mercati una piccola - grande delusione. La definitiva smentita della pista cinese per Jeep - l’interessamento di Great Wall di cui aveva dato notizia Automotive News - ha raffreddato gli entusiasmi sul titolo, che infatti ieri a Piazza Affari si è trascinato stancamente per tutta la seduta. A smontare l’entusiasmo di analisti e operatori ha sicuramente contribuito il modo deciso con cui Marchionne ha tolto dal tavolo l’ipotesi spin off di Maserati e Alfa Romeo. ”Meno lontani appaiono i tempi per lo spin off delle attività della componentistica, Magneti Marelli e Comau: ”Ci sono attività nel gruppo che non appartengono a un produttore di auto, per esempio la componentistica, il gruppo deve essere bonificato - ha spiegato Marchionne - Quando? Spero prima della fine del piano del 2018. Dopo la pausa estiva gli stabilimenti italiani di Fca sono tornati alla piena attività. Compresi Pomigliano e Mirafiori, sui quali i sindacati attendono da Fca novità entro settembre. La fabbrica campana del gruppo attende di sapere quale sarà il modello premiun che, come annunciato nel giugno scorso dall’azienda, andrà a sostituire la Panda dal 2019 o più probabilmente dal 2020. Quanto allo stabilimento torinese, anche in questo caso il nodo è il nuovo modello che affiancherà il Suv Levante.