Sale la cassa integrazione, scende la produzione. Dopo anni di crescita, il 2018 di Fca sul mercato italiano andrà in archivio come un anno di Purgatorio. I dati presentati dalla Fim sull’andamento della produzione nelle fabbriche italiane confermano che in attesa del decollo del nuovo piano industriale ci sarà ancora da soffrire. La transizione, però, è già iniziata. Fca ha annunciato ieri che entro la prima metà del 2020 sarà messa in vendita la versione ibrida plug - in della Jeep Renegade. Sarà prodotta, come le altre versioni, nello stabilimento di Melfi, in Basilicata, dove stanno partendo le attività propedeutiche (vedi articolo a fianco). Una notizia che allenta la tensione e viene accolta con favore dai sindacati. Per il leader della Fim Marco Bentivogli ”l’annuncio rappresenta sicuramente un fatto importante per l'Italia e per il futuro industriale del gruppo nel nostro Paese". E’ il momento, sostiene il numero uno dei metalmeccanici Cisl, di aprire un confronto per anticipare il cambiamento. "La scelta di avviare le produzioni delle versioni ibride di Jeep in Italia - aggiunge - rappresenta sicuramente un forte segnale della centralita' dell'Italia nelle strategie future del Gruppo Fca e del nuovo ad Mike Manley, in continuita' con il piano strategico 2018-2021 presentato da Marchionne lo scorso 1 giugno a Balocco”.
Nel frattempo bisogna fare i conti con il presente. Nei primi nove mesi del 2018 il calo della produzione è stato del 3,6% rispetto all’anno scorso, anche se va considerato che il 2017 aveva segnato, per quanto riguarda i volumi, il punto più alto dopo la crisi (+ 76% sul 2013).
A questa flessione, cui fanno eccezione solo Melfi la Sevel di Val di Sangro, corrisponde un picco nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Le preoccupazioni del sindacato si appuntano soprattutto sul polo torinese e su Pomigliano, ”stabilimenti che hanno respiro per un annetto, una prospettiva temporale che non ci tranquillizza”, dice il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano, che a Fca chiede di sedersi a breve al tavolo con i sindacati per definire la tabella di marcia con cui verrà implementato il piano industriale. Ora che il ricambio ai vertici del gruppo è stato completato ”non ci sono più alibi”, afferma Uliano, ”in particolare per quanto riguarda Mirafiori e Pomigliano, che vivono una situazione di emergenza per quanto riguarda la scadenza degli ammortizzatori". Adesso, aggiunge, "è il momento di accelerare i tempi lanciando le produzioni, le nuove motorizzazioni e gli investimenti sulla guida autonoma".
Le difficoltà accusate da Fca si incrociano con la trattativa per il rinnovo del contratto di gruppo, che scade a fine anno. Ma è chiaro che i sindacati firmatari attendono indicazioni sui stabilimenti e modelli prima di quella data.
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