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Lavoro

Esuberi delle società partecipate: grave pasticcio politico e sociale

Gli esuberi relativi alle società a partecipazione pubblica presenti nell’elenco dell’Anpal sono 563 alla data del 31 marzo 2018. Lo fa sapere l’Agenzia nazionale delle politiche attive per il lavoro senza dare riferimenti sul numero delle società che hanno risposto e sul numero complessivo degli addetti coinvolti.

Perplessi i sindacati confederali che nei mesi scorsi avevano lanciato l’allarme su un rischio potenziale di decine di migliaia di esuberi nelle migliaia di partecipate pubbliche su tutto il territorio a seguito della razionalizzazione.

I segretari confederali di Cgil, Cisl Uil - Colla, Cuccello e Foccillo - parlano di ”grave pasticcio politico e sociale”" E spiegano: ”Non siamo in grado di sapere a cosa si riferiscono questi numeri, data la genericità del comunicato dell'agenzia, ma è chiaro che ci troviamo di fronte a un atto grave e soprattutto di dubbia legittimità in quanto in violazione della norma legislativa e di quanto contenuto nel decreto del ministro del Lavoro che avrebbe dovuto definire le modalità di compilazione delle liste degli esuberi. Decreto, quest’ultimo, sul quale è mancato qualsiasi confronto con le organizzazioni sindacali.

A seguito della riorganizzazione delle società a partecipazione pubblica , sottolineano i sindacati, ”le singole società avrebbero dovuto individuare gli eventuali esuberi comunicandoli non solo agli interessati, ma alle stesse organizzazioni sindacali per individuare tutte le soluzioni necessarie a una piena continuità occupazionale e contrattuale”. La tardiva pubblicazione del provvedimento da parte del ministero del Lavoro, unitamente ai contenuti non rispondenti alle norme di legge, ”ha impedito qualsiasi confronto con le organizzazioni sindacali da parte delle singole società a partecipazione pubblica, che, violando tutte le misure necessarie per evitare i licenziamenti, hanno provveduto a inviare ad Anpal i nominativi del personale in molti casi tenendo all'oscuro gli stessi lavoratori interessati. Le note dell'Anpal dimostrano la confusione della situazione e i ritardi provocati”. Confusione e ritardi che ”si sono susseguiti nel corso del tempo per i corto circuiti creati dalla tardiva uscita del decreto e poi tra tutti i soggetti che a vario titolo hanno responsabilità gestionali su questa complicata materia che avrebbe avuto la necessità di una vera e propria cabina di regia a livello nazionale e locale che Cgil, Cisl e Uil avevano richiesto sin dall'inizio e che continuano a chiedere e che nei fatti hanno determinato un contesto in aperta violazione della legge. In questo contesto, Anpal, senza alcun confronto, pure richiesto dalle organizzazioni sindacali, ha reso pubblico il profilo che fin da principio ci ha visti più impegnati e preoccupati, ossia l'indicazione degli esuberi frutto dei processi di razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche"".I sindacati ribadiscono la posizione già comunicata, con la quale ""si richiede il blocco di tutte le iniziative relative ai lavoratori già in atto, preannunciando che qualora venissero assunte iniziative da parte di Anpal o da parte delle singole società, queste sarebbero palesemente contrastanti con le norme di legge e con le tempistiche e il sistema di relazioni sindacali previste dallo stesso decreto e non potranno che essere impugnate dal sindacato in difesa dell'occupazione. La convergenza con le rappresentanze della conferenza dei presidenti delle Regioni, Anci e Upi del febbraio scorso, infatti, si basava sulla necessità di approfondire la situazione per individuare e proporre eventuali soluzioni normative al Governo e al Parlamento”.

( 6 aprile 2018 )

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