Lunedì 25 novembre 2024, ore 7:05

Istat 

Economia, regna l'incertezza 

Lo scenario internazionale resta caratterizzato da inflazione in graduale decelerazione ed elevata incertezza legata al conflitto tra Russia e Ucraina e alle tensioni nel settore finanziario. Lo rileva l'Istat nella Nota sull'andamento dell'economia. Per l'Italia, in base alla stima preliminare, a marzo la variazione tendenziale dell'indice per l'intera collettività ha segnato per la terza volta consecutiva una decelerazione (+7,7% da +9,1% di gennaio). La variazione su base tendenziale del primo trimestre 2023 è stata 8,9%. I beni energetici regolamentati sono stati nuovamente la componente di prezzo che ha contribuito in misura maggiore alla flessione della dinamica inflattiva, mostrando calo in termini tendenziali per il terzo mese di seguito dall'inizio dell'anno (-20,4% a marzo da -16,4% del mese precedente), influenzati dall'adeguamento mensile delle bollette da parte dell'autorità per l'energia. Anche i prezzi degli energetici non regolamentati, che includono i prezzi dei carburanti, hanno continuato a rallentare (+18,9% da +40,8%). Le aspettative dei consumatori e delle imprese, a marzo segnalano in generale ancora una flessione dell'inflazione per i prossimi mesi.
A febbraio, in Italia la produzione industriale ha registrato il secondo calo consecutivo. Nella media dicembre-febbraio, l'indice ha segnato un lieve aumento in termini congiunturali. Il mercato del lavoro a marzo è stato contraddistinto da un'occupazione stabile rispetto al mese precedente come conseguenza del bilanciamento tra una crescita osservata per gli uomini e i lavoratori autonomi e una diminuzione per le donne e i dipendenti a termine. Il differenziale positivo per l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) tra l'Italia e l'area euro a marzo è rimasto invariato. La componente ''core'' dell'indice è aumentata meno di quella della media dell'area euro (-0,4%). Il clima di fiducia dei consumatori ha proseguito la tendenza al miglioramento anche a marzo trainato dalle valutazioni positive sulla situazione economica generale e su quella corrente. Anche la fiducia delle imprese ha ripreso a crescere dopo la stabilità del mese precedente. Gli indicatori sulla fiducia delle imprese segnalano a marzo un andamento positivo dopo la stabilità registrata il mese precedente. L'indice del clima di fiducia delle imprese è aumentato in tutti i settori economici con i servizi di mercato che hanno registrato la crescita più contenuta. Nella manifattura sono migliorati sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione. Inoltre, in questo settore le domande sulle esportazioni rivolte alle imprese manifatturiere trimestralmente, hanno evidenziato tra gennaio e marzo una forte diminuzione del numero di imprese che segnala ostacoli all’attività di esportazione. Il clima di fiducia dei consumatori ha proseguito la tendenza al miglioramento anche a marzo trainato dalle valutazioni positive sulla situazione economica generale e su quella corrente. I dati Istat confermano nella sostanza il quadro emerso dalle stime del Def. Al centro resta il tema del cuneo fiscale. Un decreto potrebbe arrivare già entro la fine del mese. Il Governo intende utilizzare 3,4 miliardi nel 2023 per il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti e 4,5 miliardi nel 2024 per interventi di riduzione della pressione fiscale. Numeri contenuti nella relazione del Governo al Parlamento nella quale si chiede alle Camere l'autorizzazione a utilizzare gli spazi di manovra che si creano aumentando il deficit programmatico in rapporto al Pil, rispetto all’andamento tendenziale.
Sottolinea la ministra del Lavoro Calderone: ”Abbiamo un impegno di legislatura su un taglio di 5 punti, avevamo già fatto un intervento nella legge di Bilancio individuando una fascia di lavoratori con redditi da sostenere. Adesso - aggiunge - aumentiamo di un punto, gireremo la maggior parte di questo intervento ancora una volta a sostegno delle famiglie e quindi anche dei redditi da lavoro”.
Intanto via libera dell'Aula del Senato al decreto sulla governance del Pnrr: i sì sono stati 83, 57 i no e 6 gli astenuti (tutti di Azione e Italia viva, forse all’ultima prova come Terzo Polo vista la rottura consumatasi tra Calenda e Renzi). Il provvedimento passa alla Camera e va convertito entro il 25 aprile.
Giampiero Guadagni

( 13 aprile 2023 )

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