Sull’ecobonus i sindacati dei metalmeccanici tornano a fare la voce grossa. La riformulazione della norma approvata alla Camera, in teoria meno penalizzante, non ha in realtà attenuato più di tanto l’apprensione degli operatori del settore, non solo dei sindacati.
Il perché è presto detto. Anche nella versione corretta i modelli Fca prodotti dagli stabilimenti italiani che potrebbero essere colpiti dall’ecotassa restano parecchi: ”Ben otto a benzina e sette versioni diesel - ha spiegato il segretario nazionale della Fim Ferdinando Uliano nel corso dell’audizione alla Camera cui i metalmeccanici della Cisl hanno partecipato insieme alle altre sigle di categoria - Tutto questo avrà una ricaduta negativa sulle attività produttive attuali con forte ripercussioni sui volumi e un incremento sugli ammortizzatori sociali e il rischio che gli investimenti vengano messi in discussione”.
Se così fosse, Fim Fiom e Uilm non starebbero a guardare: ”Saremmo costretti a mettere in campo iniziative di lotta e di protesta in difesa degli oltre 82mila lavoratori diretti di Fca e altrettanti dell’indotto”.
( Articolo integrale domani su Conquiste Tabloid)