Sul tema fisco, così come su lavoro e pensioni, si sono confrontati martedì Salvini e Cgil Cisl e Uil. Il leader della Cisl Sbarra ha sottolineato: ”Le nostre priorità sono la difesa del potere di acquisto, il rinnovo dei contratti scaduti nel pubblico e nel privato, l’alleggerimento del carico fiscale. Senza dimenticare la sicurezza sul lavoro”. Aggiunge Sbarra: ”Bisogna governare l'emergenza con un dialogo costante e strutturato tra Governo e parti sociali attraverso misure che evitino le fiammate inflazionistiche, costruire una nuova politica dei redditi, favorire la crescita, rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, detassare i frutti della contrattazione, riformare il reddito di cittadinanza legandolo alle nuove politiche attive del lavoro, accelerare gli investimenti del Pnrr”. La prospettiva auspicata dalla Cisl è ”un nuovo e moderno patto sociale”. Da parte sua la segretaria confederale Cgil Fracassi spiega: ”Abbiamo posto gli stessi temi posti al Governo ai primi di maggio: la situazione dei salari e delle pensioni è drammatico e la risposta arrivata dal Dl aiuti non basta. Oggi c'è il rischio di un nuovo impoverimento. Per questo si devono trovare misure strutturali, fiscali e di sostegno alla contrattazione”. Tra le priorità indicate anche la lotta alla precarietà. Dice Fracassi: ”Non ci piace l’eventualità di introdurre nuove forme di precariato come i voucher che non rispondono alla necessità del Paese. Serve invece occupazione stabile”.
Anche per la Uil, osserva il segretario confederale Proietti,le priorità sono ”un sostegno a salari e pensioni che devono essere incrementati a fronte della spinta inflazionistica, una riforma fiscale che riduca il peso delle imposte su lavoro dipendente e redditi da pensione, la riapertura del capitolo previdenziale con l'introduzione di una flessibilità verso la pensione tra i 62 e i 63 anni”.
Intanto l’Istat rivede al ribasso la stima dell’inflazione: nel mese di aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento del 6,0% su base annua (da +6,5% di marzo) a fronte di una stima preliminare che era del +6,2%. Il rallentamento si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +39,5%.
Sempre l’Istat stima per marzo una crescita congiunturale sia dell’export (più intensa) sia dell’import. Da segnalare che a marzo le vendite verso la Russia sono diminuite del 50,9%.
Giampiero Guadagni