Nel confronto annuale con aprile 2021, la crescita del numero di occupati è pari a 670 mila unità: in oltre la metà dei casi si tratta di dipendenti a termine, la cui stima supera i 3 milioni 150 mila, il valore più alto dal 1977.
Il numero di occupati ad aprile 2022 è superiore a quello di aprile 2021 del 3% e l'aumento è trasversale per genere, età e posizione professionale: l'unica variazione negativa si registra per i lavoratori tra i 35 e i 49 anni per effetto della componente demografica. Confrontando il trimestre febbraio 2022-aprile 2022 con quello precedente (novembre 2021-gennaio 2022) si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 141mila occupati in più.
Ad aprile il tasso di disoccupazione scende all'8,4% nel complesso (-0,1 punti) e al 23,8% tra i giovani (-1,4 punti). Il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-0,8%, pari a -17mila unità rispetto a marzo) si osserva tra gli uomini, gli under35 e gli ultracinquantenni. Il tasso di inattività sale al 34,6% (+0,1 punti), restando sui livelli prepandemici.
Quella che l’Italia sta vivendo è ”una fase complessa che richiede unità. Sindacati, imprese e Governo devono lavorare insieme”. Non va fatto cadere nel vuoto l’appello lanciato martedì scorso dal premier Draghi nella conferenza stampa al termine del vertice Ue a Bruxelles. Osserva Draghi: ”L’inflazione sull’energia era alta anche prima della guerra, anzi più alta. Poi ci sono molte più scarsità di materie prime, di materiali di tutti i tipi. Poi ci sono le strozzature nella catena dell'offerta e le merci sono ferme, anche per la situazione Covid in Cina. Insomma, una serie di circostanze che contribuisce a fare aumentare i prezzi e quindi fa diminuire il potere d'acquisto dei lavoratori”. Il presidente del Consiglio ha assicurato che l’Esecutivo ”continuerà ad aiutare famiglie e imprese, ma facendo attenzione ai conti pubblici e quindi senza nuovi scostamenti”. Piuttosto ”occorre guardare alle cose che bisogna fare e poi trovare i soldi: finora siamo stati abbastanza bravi a trovarli nel bilancio e spero di restare altrettanto bravo. Ma non ho obiezioni ideologiche di fondo”.
Intanto, sul fronte politico interno non si placano le polemiche sull'annunciata - poi congelata - visita di Salvini a Mosca. Da Bruxelles, Draghi si è limitato a far sapere che chiede e ha chiesto a tutte le forze politiche ”trasparenza” sulle iniziative messe in atto, che possano inficiare l'azione del Governo. ”Per la pace si lavora con ambasciatori e governi di tanti Paesi, alla luce del sole, comunicandolo anche a giornali e tv, avendo come unico obiettivo la fine della guerra”, risponde indirettamente a Draghi il segretario leghista. Che però precisa di affidarsi a Draghi per l’obeittivo pace, ma di fidarsi meno didel ministro degli Esteri Di Maio.
Il Copasir apre un'indagine su Antonio Capuano, consigliere di Salvini che ha lavorato all'organizzazione del viaggio a Mosca del leader leghista, E acende i riflettori sulla cena con l'ambasciatore russo Razov, organizzata cinque giorni dopo l'invasione dell'Ucraina. Il progetto di Salvini è criticato anche da Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Sicurezza.
Il Pd chiede chiarezza sulla vicenda che ”non può terminare a tarallucci e vino”. Mentre la crisi era in corso, afferma il segretario Enrico Letta, ”c'erano trattative non si sa bene tra chi, in che modo e in che forma tra l'invasore russo e un partito di Governo italiano”. Dal centrodestra, la presidente di Fratelli d'Italia Meloni osserva che ”l’unico rischio che non dobbiamo correre è quello di dare segnali di crepe nella compattezza dell'Occidente”.
Ma nella maggioranza non ci sono solo le grane della Lega. Il 21 giugno le Camere voteranno sulle comunicazioni di Draghi 48 ore prima del Consiglio europeo. E in molti attendono al varco i 5 stelle, da settimane sulle barricate per fermare l'invio di armi all'Ucraina. Il voto è a rischio ed Enricp Letta ne è consapevole: ”Ci saranno delle tensioni perché il M5s metterà sul tavolo la sua contrarietà all'invio di armi in Ucraina, ma il Governo non cadrà, si troverà il modo di far sì che vada avanti”. Per il segretario dem ”è legittimo e naturale che ci sia un dibattito. Il punto chiave sono le assunzioni di responsabilità in Parlamento. Fino ad adesso nei voti non ci sono state distinzioni, il passaggio in Parlamento lo affronteremo”. Letta cita Draghi e chiarisce: Nato ed Ue ”sono i pilastri sui quali un Governo si regge e se questi pilastri vengono meno la maggioranza non può stare insieme, se non è unita su questi temi”.
Giampiero Guadagni