Sabato 23 novembre 2024, ore 3:04

Economia 

Dl Sostegni, necessario ma insufficiente

“Un provvedimento necessario ma non sufficiente a sostenere un tessuto sociale in forte fibrillazione, con centinaia di migliaia di lavoratori a rischio a causa delle dinamiche innescate dal Covid”.    Così Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, commenta il Decreto Sostegni approvato venerdì sera in Cdm. Il leader del sindacato di via Po, in particolare,  giudica “"insufficiente il blocco generalizzato dei licenziamenti al 30 giugno. La situazione è ancora molto grave sia sotto il profilo sanitario che economico-sociale. Inoltre non esiste settore economico  che non sia direttamente o indirettamente colpito dagli effetti del virus. Insisteremo dunque perché  nel corso dell’iter parlamentare del decreto-legge la moratoria ai licenziamenti e le protezioni covid siano estese per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, per tutte le aziende, per tutti i settori e tipologie contrattuali”.   Per Sbarra, inoltre, “sono importanti le nuove indennità covid, che finalmente ricomprendono i lavoratori con contratto di somministrazione in tutti i settori. Tuttavia continuiamo a segnalare che sono rimaste fuori ancora una volta alcune categorie, che vanno assolutamente  recuperate nella fase di conversione in legge del provvedimento. E’ sicuramente positivo un ulteriore periodo di cassa integrazione covid e apprezziamo il lavoro svolto sulla semplificazione delle procedure. Ma si poteva fare di più”. Sul fronte del sostegno al reddito, “importante  avere riproposto il reddito di emergenza per fare fronte a situazioni di forte disagio, si tratta però di una scelta penalizzante peri lavoratori con Naspi scaduta nei mesi scorsi, per i quali sarebbe più opportuno prorogare l’indennità  di disoccupazione”.
Nella conferenza stampa tenuta al termine del Cdm, il premier Draghi ha  parlato di “risposta significativa molto consistente alle povertà, al bisogno che hanno le imprese e ai lavoratori. Una risposta parziale ma il massimo che abbiamo potuto fare all'interno di questo stanziamento”.
Il Decreto Sostegni è il primo atto del nuovo governo per il Paese travolto dalla pandemia. Vale 32 miliardi ma già 15 arriveranno all'inizio di aprile. L’ultimo compromesso è stato trovato sullo stralcio delle cartelle dove si sono fronteggiati muto contro muro fra le varie anime della maggioranza. Alla fine il compromesso è stato trovato con la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro tra il 2000 e il 2010 (anziché 2015) e solo per chi rientra in un tetto di reddito di 30 mila euro. Le linee di intervento riguardano le imprese, i lavoratori, le famiglie, i vaccini, la scuola.
Il nuovo decreto è previsto per aprile insieme alla presentazione del nuovo Def . Servirà a rimborsare i danni della terza ondata che ha imposto nuovi confinamenti fino a Pasqua. Le misure per contrastare la povertà - dal reddito di cittadinanza a quello di emergenza - sono il perno anche oggi, ad un anno esatto dalla pandemia che ha generato un milione di nuovi poveri assoluti portando il totale a 5,6 milioni e facendo perdere quasi mezzo milione di posti di lavoro.
Circa 10 dei 32 miliardi andranno al pacchetto lavoro. Il blocco dei licenziamenti andrà avanti per tutti fino al 30 giugno. Proseguirà  fino ad ottobre solo per le piccole imprese. E c’è anche la proroga che riguarda la cassa integrazione Covid: arriverà fino a fine anno nella speranza, nel frattempo di arrivare ad una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali .Al reddito di cittadinanza andrà 1 miliardo in più. I tre mila navigator dell’Anpal sono prorogati fino a dicembre. Tre nuove mensilità per il reddito di emergenza . Altra continuità: il congelamento del decreto Dignità andrà avanti fino a dicembre. Le clausole relative ai contratti a termine non si applicheranno ancora per altri nove mesi. Fino al 31 dicembre non sarà necessario aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi per ottenere la Naspi.
Saranno circa 5,5 milioni i beneficiari del Decreto Ssostegni tra imprese, partite Iva e professionisti. La grande novità è il superamento dei codici Ateco. Identificano le attività e durante la gestione Conte hanno tenuto alcune categorie produttive fuori dagli aiuti.
Ora vale la perdita del fatturato (almeno il 30% nel 2020 rispetto al 2019, prendendo come riferimento la media mensile dei due anni) e soprattutto l’eguaglianza. Quindi dentro anche le grandi aziende (il tetto del fatturato per ricevere gli aiuti passa da 5 a 10 milioni), ma anche gli autonomi iscritti agli ordini professionali che per la prima volta riceveranno soldi a fondo perduto. Ai beneficiari andranno in tutto 11,1 miliardi, un miliardo in più rispetto ai ristori erogati l’anno scorso, in media 3.700 euro a testa. Sono previste cinque fasce con percentuali che vanno dal 60% al 20%, in base alla dimensione dei ricavi 2019, sulle quali commisurare il contributo: 60% per le imprese fino a100mila euro, 50% tra 100mila e 400mila euro, del 40% tra 400milae 1 milione, 30% tra 1 e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni.
Alla scuola andranno 300 milioni di euro per sostenere le istituzioni scolastiche nella gestione dell’emergenza sanitaria, sia sotto il profilo dell’acquisto di strumenti e della predisposizione di servizi per la sicurezza di studentesse, studenti e personale, sia nello sviluppo di attività volte a potenziare l’offerta formativa, il recupero della socialità, il consolidamento degli apprendimenti. Boccata d’ossigeno anche per il turismo, al quale vanno 1,7 miliardi. Un settore che prima della pandemia valeva il 13% del Pil e 4,2 milioni di occupati. Lo stanziamento per i vaccini e i farmaci per la cura del Covid-19 è di 2,8 miliardi.
Giampiero Guadagni

 

 

 

( 19 marzo 2021 )

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