Un appello che arriva nelle ore in cui il Governo è al rush finale per il decreto Sostegni che approderà venerdì in Consiglio dei ministri. La nuova stretta anti Covid richiede un’accelerazione ma il plafond di 32 miliardi di extra deficit approvato a gennaio rischia di lasciare scoperta una serie di interventi che dovranno essere rinviati al nuovo scostamento di bilancio da almeno 20 miliardi che l’Esecutivo conta di chiedere contestualmente alla definizione del Documento di economia e finanza ad aprile.
L’impianto del provvedimento sembra ormai delineato. Circa 12 miliardi saranno destinati alle misure di sostegno per le imprese, con un fondo ad hoc per la montagna (con una dote di partenza di circa 600 milioni), altri 6 miliardi alla sanità, di cui 5 per il piano vaccini, risorse che serviranno anche per produrli in Italia, e poco meno di 10 miliardi serviranno per finanziare misure per le famiglie e il lavoro. In arrivo anche altri 2,5-3 miliardi per gli enti locali. Mentre per il capitolo fiscale sul piatto ci sono 2 miliardi per lo stralcio dei crediti inesigibili, la rottamazione degli avvisi bonari e il rinvio delle scadenze fiscali.
Sottolineano Cgil, Cisl e Uil: ”È il momento della responsabilità, dell’unità e dell’impegno comune per assumere le decisioni necessarie per rafforzare la coesione sociale nel nostro Paese e investire sul mondo del lavoro”. Per i tre leader sindacali ”serve un piano di vaccinazioni nazionale condiviso gestito dal servizio pubblico. Non è il momento delle differenziazioni regionali o aziendali. Abbiamo chiesto ai ministri della Salute e del Lavoro di convocare rapidamente il tavolo tecnico per aggiornare il protocollo alla Sicurezza nei luoghi di lavoro comprensivo di un piano per le vaccinazioni”. È anche il momento di ”combattere l’evasione fiscale anche con le tecnologie digitali e di avviare la riforma fiscale. Non di mascherati condoni fiscali. È il momento di avviare un vero confronto sui progetti che costituiscono il Pnrr da portare in Europa per disegnare ed avanzare un nuovo modello di sviluppo sostenibile e digitale e creare buona e stabile occupazione per giovani donne e nel Mezzogiorno. È il momento della scelta e degli investimenti in politiche industriali a partire dalla gestione delle vertenze aperte da anni al Mise”.
E a proposito, nell’audizione davanti alla commissione Attività produttive della Camera il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti ha detto che nel Recovery plan occorre scegliere le filiere sui cui puntare. Osserva che il disimpegno delle multinazionali in Itali rischia di diventare fenomeno sistemico. E su Alitalia fa sapere che ”il governo ci crede e mette 3 miliardi di euro per avere una compagnia aerea che garantisca l’accessibilità dell’Italia al cargo business e alla sua vocazione al turismo”
Giampiero Guadagni