Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:12

Economia 

Delega fiscale all'esame di Montecitorio 

Dal Pnrr alla riforma fiscale, passando per il salario minimo e la prevenzione e il contrasto al bullismo e cyberbullismo, non sono pochi i provvedimenti che in luglio dovranno avere il via libera del Parlamento. E, a fronte del fatto che i tempi stringono, il Governo finirà per trovarsi di fronte ad una opzione fiducia che per diversi decreti sembra quasi obbligata.
Venerdì prossimo è la volta del Pnrr, con l'esame del dl che contiene misure urgenti per gli enti territoriali e per il settore energetico in relazione al Recovery. Il 28 luglio toccherà al salario minimo: nei giorni scorsi Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Azione, Partito Democratico, Europa Verde e + Europa (le opposizioni senza Italia Viva) hanno raggiunto un accordo e depositato alla Camera una proposta di legge unitaria sul tema, il cui fulcro sta nella individuazione di una retribuzione minima oraria non inferiore ai nove euro.
Intanto è approdata in aula a Montecitorio la riforma fiscale. A marzo, dopo il via libera del Consiglio dei ministri al testo base, la premier Meloni aveva già sottolineato che questa riforma è una vera e propria ”svolta” per l’Italia, ”una rivoluzione attesa da 50 anni, perché contiene novità importanti a favore di cittadini, famiglie e imprese e potrebbe aprire la porta ad un flusso di investimenti verso il nostro Paese provenienti dall'estero”.
Molte le novità apportate dalla Commissione finanze della Camera al disegno di legge delega: aliquota fiscale agevolata per le tredicesime, gli straordinari sopra una certa soglia e i premi di produttività; possibilità di rateizzare il pagamento degli acconti e del saldo Irpef per gli autonomi e gli imprenditori individuali; resta in stand-by l'eliminazione progressiva del superbollo auto, tutto è rimandato ad una valutazione nell'ambito del riordino delle tasse automobilistiche. I contenuti della delega per la riforma del sistema fiscale andranno poi attuati con i relativi decreti, una volta che il ddl sarà diventato legge, e con i finanziamenti. ”Potremo avere i primi effetti nel 2024 - ha detto il vice ministro all'economia, Maurizio Leo - ma tutto dipenderà dalle risorse che riusciremo a reperire. Il Governo è impegnato in questa operazione”. Un primo step per la detassazione di tredicesime, straordinari e premi potrebbe entrare in vigore il prossimo anno. Di certo, l'attuazione della riforma con l'arrivo alla flat tax per tutti è in obiettivo di legislatura.
Lo sconto di aliquota sulle tredicesime prende il posto della flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, di difficile attuazione ma che il governo aveva inizialmente previsto. Sul criterio della rateizzazione di acconti e saldo per gli autonomi, l'obiettivo è quello di evitare che questa categoria di contribuenti possa trovarsi in difficoltà dovendo anticipare i pagamenti. Per quanto riguarda il superbollo auto, per il quale era stata ipotizzata l'abolizione, governo e maggioranza non sono riusciti a trovare la quadra. L'emendamento che è stato approvato prevede la valutazione per l'eventuale progressivo superamento del superbollo nell'ambito del riordino delle tasse sull'auto. Il tutto senza nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica a carico del settore. Dalla Commissione c’era stato anche il via libera all’emendamento che prevede per le società di capitali sconti Ires o un superammortamento sugli investimenti qualificati e sulle nuove assunzioni. Nei giorni scorsi erano passati in Commissione altri emendamenti che riguardavano, tra l'altro, l'introduzione di agevolazioni irpef per favorire le assunzioni dei giovani under30, incentivi per le assicurazioni contro le calamità, misure per evitare la fuga di cervelli e favorire il rientro di coloro che sono andati all'estero. Ok anche alla delega al Governo per introdurre la minimun tax globale, nel rispetto dei criteri dell'Ocse e della direttiva europea.
Capitolo salario minimo. Nel caso fosse introdotto per legge a 9 euro lordi all'ora, secondo la Cgia potrebbe esserci il serio pericolo di veder aumentare nel Paese il lavoro irregolare, in particolare nei settori dove attualmente i minimi tabellari sono molto inferiori alla soglia proposta dal disegno di legge presentato nei giorni scorsi alla Camera. Spesso, afferma la Cgia, si tratta di comparti fiaccati da una concorrenza sleale molto aggressiva praticata dalle realtà che da sempre lavorano completamente il nero: agricoltura, lavoro domestico, alcuni comparti presenti nei servizi. In altre parole, non è da escludere che molti imprenditori, costretti ad aggiustare all'insù i minimi salariali, potrebbero essere tentati a licenziare o a ridurre l'orario ad alcuni dei propri dipendenti, costringendoli comunque a lavorare lo stesso, ma in nero. L'adozione di questa contromisura consentirebbe a molte attività di contenere i costi e di non scivolare fuori mercato. A livello territoriale il pericolo potrebbe interessare in particolar modo il Mezzogiorno che, già oggi, conta una economia sommersa molto diffusa, con una incidenza che sfiora il 38% del totale degli occupati non regolari presenti in Italia (in termini assoluti 1,1 milioni di persone su un totale di 2,9). Nonostante questa criticità, la Cgia è comunque favorevole all'introduzione di un salario minimo orario di 9 euro lordi all'ora, ”purché al trattamento economico minimo, ovvero i minimi tabellari previsti dai singoli Ccnl, si aggiungano le voci che compongono la retribuzione differita. Elementi questi ultimi presenti nel contratto collettivo nazionale che costituiscono il cosiddetto trattamento economico complessivo ”.
Giampiero Guadagni

( 10 luglio 2023 )

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