Domenica 24 novembre 2024, ore 9:14

Economia 

Def, previsioni fragili 

L’aula della Camera esaminerà il Def mercoledì 20 aprile. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Proseguono intanto le audizioni di fronte alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. Martedì mattina è stata la volta di sindacati e Confindustria. I sindacati chiedono di reperire più risorse ricorrendo ad uno scostamento di bilancio. Per Confindustria, invece, lo scostamento può essere un problema.
Più nel dettaglio, la Cisl osserva che sulla crescita, nel Def ”la previsione è molto fragile”. E ”lo scenario tendenziale ipotizza una sostanziale rinuncia dei lavoratori al recupero dell'inflazione che - avverte il segretario confederale Ganga - ovviamente non può trovarci d'accordo”. Aggiunge Ganga: ”Se lo stesso Governo stima che l'impennata dei prezzi sia frutto di una speculazione che, per poche aziende, produrrebbe almeno 40 miliardi di euro di profitti straordinari, non si può pacificamente accettare che il prezzo di questa speculazione sia addossato ai lavoratori”. La Cisl giudica positivamente la riduzione della pressione fiscale prevista già a partire da quest'anno e gli sforzi per recuperare gettito dal contrasto all’evasione fiscale, anche se i risultati sono insoddisfacenti. Sul fronte occupazione la Cisl avverte: ”Se è fisiologico che nelle fasi di ripresa, e soprattutto di una ripresa incerta, la crescita occupazionale sia trainata dai contratti a termine; e se riteniamo non sovrapponibile la categoria della buona flessibilità con la categoria della precarietà, bisogna tuttavia evitare che questo andamento degeneri e si trasformi in precarietà strutturale”. Dunque ”parte delle risorse del Pnrr vanno vincolate al lavoro stabile”. Sugli ammortizzatori sociali, Ganga sottolinea che la riforma ha messo in campo una tutela in caso di sospensione di attività che ”finalmente riguarda tutti i datori di lavoro con almeno un dipendente, oltre che migliorare in maniera significativa Naspi e DisColl”.
Quanto ai contratti e alla difesa dei salari per la Cisl c’è oggi ”la necessità di rafforzare il modello contrattuale e di ridefinire il concetto di inflazione importata”. Rimarca Ganga: ”Sottrarre all’Ipca l’inflazione importata, che oggi incide per l'80% sull'inflazione totale dei beni-salario significa abbattere il potere d'acquisto dei salari a livelli insostenibili in pochi anni”. Secondo Ganga ”con il salario minimo per legge, ma solo il rafforzamento della contrattazione è in grado di tutelare il lavoro”. E in questo senso prende il via il confronto su contratti e salari.
Da parte sua la Cgil, con il segretario confederale Fracassi, sottolinea che per recuperare risorse occorra ”intervenire attraverso un allargamento della tassazione sugli extra profitti, soprattutto su alcuni settori. Ed è necessario anche rivedere le regole del mercato energetico”. L'altro terreno è quello di un ”contributo di solidarietà per le grandi ricchezze, i grandi patrimoni almeno sopra il milione di euro. Sarebbe un segnale, tra l'altro in parte già evocato nel mese di dicembre dallo stesso Presidente del Consiglio”.
Per il segretario confederale Uil Proietti ”il Def andrebbe inquadrato in una visione complessiva, legata anche al Pnrr”. La Uil chiede un nuovo scostamento di bilancio e l’aumento dal 10 al 30% della tassazione sugli extraprofitti nel settore energia, estendendola ”a tutte le altre attività che anche durante la pandemia hanno realizzato profitti incredibili”.
Anche per Confindustria il quadro macroeconomico del Def ”appare ottimistico e sembra non cogliere le straordinarie difficoltà dell'attuale situazione”. Il Presidente Bonomi chiede allora ”una risposta più robusta, di sistema e soprattutto duratura”. In un passaggio in cui si sofferma in particolare sull'impatto delle sanzioni per il conflitto in Ucraina e le misure di sostegno alle imprese, sottolinea: ”La Germania sta stanziando 100 miliardi di euro per sostenere le imprese. Noi con il Def stanziamo 5 miliardi”. Per Bonomi ”va evitato il pericolo di alimentare ulteriormente la spirale inflattiva e serve un patto a tre con Governo e sindacati”.
Il Cnel richiama l'attenzione sulla gravità della situazione sociale del Paese. La pandemia e il peso della crisi economica, che colpisce in particolare le componenti più deboli della nostra società, hanno aumentato le diseguaglianze, già da tempo in crescita nel nostro Paese. Le risorse previste dal Def, nella misura di 5 miliardi, sono insufficienti a fare fronte alle esigenze di famiglie e imprese". Lo ha detto il presidente Treu nell’audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Non bastano interventi di emergenza, pur necessari, è urgente ”un insieme organico di politiche redistributive di sostegno a favore soprattutto delle fasce più povere della popolazione”. In particolare il Cnel rileva come le difficoltà dello scenario evocate dal Def abbiano riacutizzato la situazione occupazionale, aggravata da ”dinamiche retributive inferiori al tasso di inflazione”. Per correggere questa tendenza serve ”il sollecito rinnovo dei contratti collettivi di lavoro”, e andranno ricercate "le modalità per adeguare le condizioni dei rinnovi e le regole di calcolo degli aumenti salariali alle mutate condizioni economiche”. Attualmente, ricorda il Cnel, risultano scaduti 516 contratti pari al 62% degli 835 del settore privato che interessano 7.732.312 di lavoratori (59%).
Inoltre, a fronte delle persistenti emergenze economiche e sociali e della crisi mondiale indotta dalla guerra in Ucraina, il Cnel segnala l’urgenza di aggiornare alcuni elementi del Pnrr ”per rafforzare e accelerare i punti più direttamente investiti dalla crisi”. Sottolinea Treu: ”Bisogna procedere a ulteriori semplificazioni delle procedure pubbliche, specie autorizzative, che ritardano ancora l'attuazione dei programmi del Piano, in particolare ostacolando la piena e veloce attuazione degli investimenti in energie rinnovabili". Il Cnel sollecita il governo a mettere in atto tutti gli strumenti, a cominciare dalla diversificazione delle fonti di energia, necessari per garantire la sicurezza e l'approvvigionamento alle imprese e alle famiglie. Contemporaneamente è "indispensabile prevedere le necessarie compensazioni economiche a famiglie e imprese per alleviare il peso degli extra costi conseguenti al rincaro dell' energia come delle altre materie prime". Servono poi maggiori misure a sostegno delle attività produttive (liquidità, garanzie pubbliche) e "una ulteriore valutazione" sulla verifica dei meccanismi di formazione dei prezzi dell'energia, "che presentano non poche anomalie".
Anche secondo Confcommercio ”i 5 miliardi a disposizione per le misure contro il caro-energia sono evidentemente insufficienti”. Sempre in sede di audizione sul Def Confcommercio afferma: a causa dell'inflazione, che sarà più alta di quella prevista dal Governo, il potere d'acquisto delle famiglie cala, e l'equilibrio economico-finanziario di moltissime imprese appare compromesso: per questo il Pil sarà più prossimo al 2% che non al 3%. Agire per la crescita "resta, dunque, la priorità", anche "sostenendo i consumi con scelte mirate di riduzione del prelievo IVA e dando impulso all'occupazione e al rinnovo degli accordi contrattuali sia intervenendo sul versante del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro, sia attraverso misure di detassazione degli accordi contrattuali".
Per Confartigianato ” occorrono politiche condivise a livello europeo, utilizzando l'esperienza di debito congiunto del Next generation EU, la ridiscussione del Patto di stabilità e il sostegno della Bce per garantire liquidità ai Paesi dell'Ue".
Da parte sua Confesercenti ritiene necessario ”avviare un percorso istituzionale che chiami le parti sociali a condividere un Patto per il contrasto dell'aumento dei prezzi”. La corsa dell'inflazione ”è il peggior nemico della ripresa; se arrivasse all'8% (senza interventi di contenimento anche da parte del Governo) potrebbe avere un impatto negativo sulla spesa delle famiglie fino a 26 miliardi di euro in meno rispetto a quanto ipotizzato dalla Nadef”.
La fiducia delle cooperative verso le prospettive dell'economia ”è in forte caduta”: bisogna quindi agire in fretta, sul fronte energetico, con misure che rivedano ad esempio il carico fiscale sulle bollette. Inoltre serve un intervento sul cuneo fiscale, una semplificazione dell'ordinamento tributario e un maggiore coinvolgimento del privato e del privato sociale sul Pnrr. Sono alcune delle proposte presentate dall'Alleanza delle Cooperative durante l'audizione sul Def.
Giampiero Guadagni

( 12 aprile 2022 )

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