Osserva la ministra del Lavoro Calderone: ”La proroga della Decontribuzione sud, che ha consentito alle nostre aziende del Mezzogiorno di crescere e partecipare al generale rilancio dell'occupazione, è il riconoscimento del fatto che la decontribuzione è oggi necessaria per le nostre aziende del Mezzogiorno, per continuare nel percorso intrapreso di riduzione dei divari territoriali e promozione delle imprese, del lavoro e del sistema produttivo nel suo complesso. Questi ulteriori sei mesi sono fondamentali per consentirci di mettere a punto una revisione organica della Decontribuzione sud, sempre più orientata agli investimenti”.
Intanto l’Istat fa sapere che il Mezzogiorno cresce di più della media nazionale. Nel 2023 la crescita economica è stata più intensa nel Mezzogiorno, che nel 2022 aveva mostrato andamenti al di sotto della media nazionale, e nel Nord-Ovest. In particolare, il Pil è aumentato in volume dell'1,3% nel Mezzogiorno e dell'1% nel Nord-ovest, a fronte di dinamiche più contenute nel Nord-est (+0,8%) e, soprattutto, nel Centro (+0,5%). Anche in termini occupazionali il Mezzogiorno è stata l'area che ha dato il contributo maggiore alla crescita, con un incremento degli occupati che ha raggiunto il 2,5%. Più contenuto è risultato lo sviluppo dell'occupazione nelle restanti aree.
Un risultato, questo, al quale proprio la Decontribuzione su ha dato un contributo sostanziale, come sottolinea il segretario generale della Cisl Sbarra. La Confederazione di Via Po sollecitava da tempo la proroga di una misura che ”fra le tante previste per il Mezzogiorno, risultata quella con maggiore ricaduta occupazionale e con minori effetti distorsivi, sia in termini di utilizzo che di evasione”. Inoltre, aggiunge Sbarra, ”per non rallentare tale spinta favorevole, per la Cisl è importante mettere a sistema e coordinare tra loro tutti gli strumenti di politica territoriale idonei a fare del Mezzogiorno il traino della crescita del Paese, continuando anche a dare impulso al Pnrr, che dovrà essere attuato e implementato utilizzando in modo coordinato i finanziamenti della politica di coesione, sia europei che nazionali. Il complesso di queste risorse dovrà continuare ad essere associato a misure di sostegno all'occupazione, come le decontribuzioni, nell'ambito di una strategia strutturata per l'intera Area che includa, oltre al piano triennale della Zes unica, anche strumenti di politica industriale, complementari e selettivi: contratti di sviluppo (CdS), credito di imposta Zes Unica, Bonus Zes e Resto al Sud 2.0”, Conclude Sbarraa: ”Si tratta adesso, visto l'ottimo impatto occupazionale nell'Area meridionale della misura, di utilizzare i 6 mesi di proroga per renderla strutturale, inserendola in un quadro di policy sistemico, organico e prospettico volto a sostenere e qualificare l'offerta produttiva del Sud, impegni sui quali la nostra Organizzazione conferma la forte volontà di contribuire nei tavoli di confronto che auspichiamo il Governo promuova quanto prima”.
Da parte sua, Meloni definisce la proroga ”un altro risultato decisamente non scontato”. In un video pubblicato sui social la premier afferma che ”l’autonomia differenziata è un provvedimento che unisce in Italia, che combatte le disparità, che rende la nazione più forte e più giusta su il territorio nazionale”. A spaccare l’Italia, secondo Meloni, ”è stata invece la logica fallimentare del reddito di cittadinanza secondo cui il meridione è spacciato e dovrebbe banalmente accontentarsi di vivere di sussidi. Noi sul Mezzogiorno abbiamo fatto la scommessa di metterlo nella condizione di competere”.
Giampiero Guadagni