Lunedì 25 novembre 2024, ore 8:17

Pnrr 

Corte conti: tagli alla sanità. Meloni: risorse intatte 

La revisione del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale complementare prevista nel decreto sul Pnrr, riduce di fatto le risorse per gli investimenti nel settore sanitario e incide sui programma di investimento regionali già avviati. È quanto afferma la Corte dei Conti nella memoria sul decreto depositata in Commissione bilancio alla Camera, che sta esaminando il provvedimento. In particolare, i magistrati contabili pongono l'accento sulla norma che dispone che gli investimenti destinati alla realizzazione del programma denominato “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, già finanziati con il Pnc, sono posti a carico del Fondo sull'edilizia ospedaliera previsto nell'articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Si tratta di una cifra i circa 1,2 miliardi. Contestualmente, si dispone il riversamento alle entrate dei residui iscritti in bilancio al relativo capitolo del Pnc e si riducono le previsioni di spesa per il triennio pari a 510 milioni, utilizzando tali importi a copertura delle maggiori esigenze relative al Pnrr. La Relazione tecnica, si legge nella memoria della Corte dei Conti, sottolinea che gli effetti della disposizione si limitano a modificare la copertura finanziaria del programma, ponendola a valere su risorse nazionali. “Al riguardo - riporta la Corte - non si può non osservare come, oltre a ridurre l'ammontare complessivo delle risorse destinabili ad investimenti in sanità (l'aver attribuito il finanziamento del programma al Fondo ex art. 20 incide sulle disponibilità per ulteriori accordi di programma)e a incidere su programmi di investimento regionali già avviati, lo spostamento comporta il rinvio dell'attuazione del progetto a quando saranno disponibili spazi finanziari adeguati”.
Il decreto Pnrr prevede ”maggiori oneri per 3,7 miliardi nel primo anno che crescono a poco meno di 5 miliardi nel 2025 e a 3,5 nell'anno terminale. Si tratta in larga prevalenza di maggiori spese in conto capitale (+3,7 miliardi nel 2024, poco meno di 4,9 nel 2025), mentre sono circa 17 milioni le minori entrate che crescono a 50 milioni nel successivo biennio. Per far fronte a tali fabbisogni si ricorre a minori spese in conto capitale per oltre 3,7 miliardi nel primo anno che crescono a poco meno di 5 nel 2025. Sono pari a circa 83 milioni annui i risparmi di spesa corrente". Per quanto riguarda in particolare le misure a copertura, la Corte rileva un ampio ventaglio di misure, con il maggior contributo che viene dalla riduzione dei fondi destinati al Fondo per lo sviluppo e la coesione (4,8 miliardi), prevalentemente riferiti alla programmazione 21-27, di cui 770 milioni nel 2024, 2,7 nel 2025 e 1,4 nel 2026.
Alla Corte dei Conti replica la premier Meloni in occasione del dibattito alla Camera sulle sue comunicazioni alla vigilia del vertice dei leader europei a Bruxelles. ”La dotazione del Pnrr per la sanità era di 15 miliardi e 625 milioni, dopo la revisione le risorse sono 15 miliardi e 625 milioni, cui si aggiungono 500 milioni per l'incremento dei costi delle materie prime. Le risorse non sono state tagliate”. La presidente del Consiglio stigmatizza chi in Italia lavora perché l'Europa non paghi la rata del Pnrr per poter dire che il governo. E conclude: ”L'Europa dice che siamo la prima nazione nella realizzazione del Pnrr, questi sono i fatti. Sull'attuazione del Pnrr ”stiamo andando avanti cercando di fare il nostro meglio pur con una situazione ereditata non esattamente perfetta: andiamo avanti bene, confido tutti diano una mano per un progetto importante per l'Italia”.
Giampiero Guadagni

( 20 marzo 2024 )

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