Assunzioni in leggero rallentamento nei primi sette mesi dell’anno rispetto al 2017. Migliorano però i dati relativi alle assunzioni a tempo indeterminato. E’ la fotografia scattata dall’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Nel periodo gennaio-luglio, infatti, il saldo tra assunzioni e cessazioni nel settore privato è stato pari a +1.037.000, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2017 pari al +1.098.000 (-5,55%). Una frenata registrata anche su base annua considerato che il saldo annualizzato, vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, a luglio scorso, risultava positivo e pari a +404.000, ma in flessione rispetto a quello registrato a giugno (+419.000). In miglioramento invece la variazione tendenziale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato anche se ancora in terreno negativo, -5.000. Un miglioramento, quello dei contratti stabili, trainato soprattutto dal buon andamento delle trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Da marzo invece emergono segni di riduzione del turnover dei contratti a tempo indeterminato: diminuiscono sia le assunzioni sia, ancor di più, le cessazioni mentre risulta positiva la variazione dello stock di rapporti di somministrazione e di apprendistato.
Stabili ma solo su base mensile i dati delle assunzioni con contratto di prestazione occasionale. A luglio infatti, sono stati assunti con questo tipo di contratto circa 20mila lavoratori, più o meno in linea con il dato di giugno. Ma rispetto al dato del luglio dello scorso anno il Cpo ha conosciuto una crescita esponenziale dai 547 denunciati nel 2017. Stabili a luglio anche i lavoratori pagati con i nuovi voucher: 6.800 quelli pagati con i titoli del Libretto di Famiglia per un importo medio mensile loro pari a circa 330 euro.
Tra gennaio e luglio 2018 sono stati circa 70.297 gli under 35 assunti con lo sconto del 50% dei contributi previdenziali previsti dalla legge dello scorso governo Gentiloni. In particolare, 38.508 sono stati gli assunti a tempo indeterminato e 31.789 quelli trasformati da contratti a tempo in contratti stabili.
Altri dati significativi: ad agosto 2018 il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate è stato pari a 11,2 milioni, in diminuzione del 43,0% rispetto allo stesso mese del 2017 (19,6 milioni). Mentre le domande di disoccupazione presentate all'Inps a luglio sono state 279.836 con un aumento del 9,4% rispetto a luglio 2017. Nell’intero anno tra domande di Naspi, Aspi, disoccupazione, mobilità e assegno Discoll sono state presentate 1.042.675 domande con una crescita del 6,2% rispetto ai primi sette mesi del 2017.
Osserva il segretario generale aggiunto della Cisl Sbarra: ”Continuano a ridursi le ore autorizzate di cassa integrazione, in parte per effetto del miglioramento della situazione produttiva nei settori interessati, in parte però anche a causa delle minori possibilità di utilizzo di questo ammortizzatore sociale in seguito alle modifiche apportate dal Jobs Act: alla scadenza di tre anni dall’approvazione di quelle norme per molte aziende si riducono le possibilità di usufruire di cassa integrazione e contratti di solidarietà”. Inoltre, ”per dare una valutazione più complessiva dello stato di salute dei comparti produttivi del Paese ci sarebbe bisogno di conoscere i dati relativi all’utilizzo del Fis e degli altri fondi settoriali che erogano le prestazioni equivalenti alla cassa integrazione nei settori da questa esclusi”. La ripresa economica ”inizia ad avere qualche effetto anche sulle assunzioni: i dati dell’osservatorio Inps mostrano non solo un aumento delle assunzioni in generale rispetto allo stesso periodo del 2017, ma anche una ripresa di quelle a tempo indeterminato, soprattutto per effetto di trasformazioni da precedenti rapporti a termine, che tuttavia restano la forma preponderante per assumere”. In vista della legge di bilancio Cgil Cisl Uil hanno chiesto unitariamente un incontro al ministro del Lavoro ”per ottenere una proroga ed ampliare alcune forme di flessibilità nell’utilizzo della cigs che erano state inserite nelle precedenti leggi di bilancio proprio per attenuare gli effetti della riforma degli ammortizzatori sociali in una fase in cui ancora molte sono le aziende in sofferenza. Ci riferiamo in particolare alle aree di crisi complesse, alle ristrutturazioni complesse, alle riorganizzazioni ed a maggiori facilitazioni per i contratti di solidarietà”. Infine ”vi è necessità di conoscere il testo della norma sulla cigs per cessazione di attività approvata, pare, qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri, e di poter concordare con il ministero del Lavoro le modalità applicative”. Contestualmente ”la legge di bilancio dovrà potenziare in maniera significativa i centri per l'impiego al fine di far decollare le politiche attive del lavoro dando finalmente attuazione ai nuovi strumenti del patto di servizio e dell’assegno di ricollocazione”. Ma per creare nuova e buona occupazione, conclude Sbarra, ”la legge di bilancio dovrà mettere al centro e tra le priorità il tema della crescita e dello sviluppo con forti investimenti, sulle infrastrutture materiali e immateriali, impresa 4.0 , la riduzione del costo del lavoro stabile , una fiscalità di vantaggio per il Sud”.