Il patto proposto da Bonomi ruota su tre punti essenziali: un piano di riforme strutturali, sfruttando i fondi Ue; un piano di politica industriale di mercato, rinunciando a ogni disegno statalista; una operazione fiducia sulle imprese. Da Bonomi dure critiche alle misure anti-crisi del governo: ”C’è un timido segnale, ma mancano oltre 400 decreti attuativi. Ad agosto avrebbero lavorato alla stesura del piano di riforme da presentare alla Ue per ottenere i contributi del Recovery Fund: tutto fermo”. Inoltre, prosegue Bonomi, ”si profila di nuovo un'emergenza sanitaria e anche su quel fronte ci avevano detto che avrebbero presentato progetti per attivare i prestiti del Mes: anche qui tutto fermo”. Infine, ”14 settembre dovrebbero ricominciare le scuole, ma ancora non si è capito se e come riapriranno”.
Per il leader degli industriali ”un milione di posti di lavoro bruciati resta un numero molto credibile”. L'emorragia si può arginare ”ridisegnando il sistema della protezione sociale, come noi abbiamo chiesto ai primi di luglio. Ma adesso è più difficile, perché si è perso tempo prezioso". Sui contratti, ”siamo i primi a volerli rinnovare. E chi ci accusa del contrario è un bugiardo. Ma noi chiediamo che chi sottoscrive i patti poi si impegni a rispettarli”.
Furlan replica rimarcando la centralità della contrattazione e sostenendo che ”è il momento di attivare confronti seri e produttivi. Noi abbiamo firmato insieme il Patto per la fabbrica: quell'accordo va rispettato da tutti perché definisce bene come si fanno i contratti e la loro importanza per la crescita del Paese. Attraverso la contrattazione possiamo gestire l'innovazione, la formazione delle nuove competenze e la partecipazione dei lavoratori usando tutti gli strumenti contrattuali. Mi auguro che l'incontro del 7 faccia chiarezza e che si confermi la volontà di mettere al centro la contrattazione e si inizi a lavorare seriamente. Basta battute ad effetto sui giornali, oggi è il momento di attivare confronti seri e produttivi”. Conclude la leader Cisl: ”Oggi è ancora più necessario rinnovare tutti i contratti nazionali scaduti e potenziare gli strumenti della bilateralità che significa rafforzare imprese e lavoratori attraverso il welfare contrattuale, sanità e pensioni integrative. Questa è la strada per innovare le relazioni industriali nel segno della partecipazione e di una maggiore equità”.