Sono 8,8 milioni i lavoratori che, a fine novembre, risultano in attesa di rinnovo contrattuale. Una quota pari al 68,0% sul totale, in aumento rispetto al mese precedente (67,9%). Lo ha reso noto l'Istat, aggiungendo come i contratti in vigore per la parte economica riguardano il 32,0% degli occupati dipendenti e corrispondono al 30,9% del monte retributivo osservato.
Nello stesso mese l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto fermo rispetto al mese precedente e ha registrato un incremento dello 0,4% nei confronti di novembre 2015, segnando l'incremento più basso dall'inizio delle serie storiche, nel 1982.
Complessivamente, nei primi undici mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,6% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Con riferimento ai principali macrosettori, a novembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,7% per i dipendenti del settore privato (0,3% nell'industria e 1,2% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: commercio (2%); alimentari, bevande e tabacco (1,8%); energia elettrica e gas (1,4%). Si registrano variazioni nulle nei settori dell'agricoltura; delle estrazione minerali; del legno, carta e stampa; dell'energia e petroli; delle chimiche; della metalmeccanica; dei servizi di informazione e comunicazione; delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
A novembre nessun contratto è stato recepito, mentre uno solo e' venuto a scadenza (conciarie). Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 49 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 42,1, in diminuzione rispetto allo stesso mese del 2015 (59,3). L'attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 28,7 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (22,5). Per la pubblica amministrazione tutti i dipendenti risultano con il contratto scaduto dalla fine del 2009, pertanto i mesi di vacanza contrattuale sono pari a 83. Nel corso del 2016, sono stati rinnovati 11 contratti nazionali relativi a poco più di 735 mila dipendenti.