Sono circa 3,1 milioni i lavoratori dipendenti, ossia il 24,2%, in attesa di rinnovo del contratto. Lo rileva l'Istat, spiegando che a fine settembre i contratti che devono ancora essere rinnovati sono 22 e che i lavoratori in attesa sono numericamente gli stessi del mese precedente. Alla fine di settembre, i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica sono 53, riguardano 9,8 milioni di dipendenti (75,8% del totale) e corrispondono al 77,4% del monte retributivo osservato. Nel periodo luglio-settembre è stato rinnovato solo l’accordo dell’edilizia mentre altri due sono venuti a scadenza: telecomunicazioni e commercio. Sia l'attesa media di rinnovo calcolata per i lavoratori con il contratto scaduto (17,0 mesi) sia quella calcolata sul totale dei dipendenti (4,1 mesi) sono in marcata diminuzione rispetto ai valori registrati un anno prima (rispettivamente 68,5 e 28,3 mesi).
Inoltre, fa sapere l’Istat, a settembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie resta invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,9% nei confronti di settembre 2017. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2018 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Con riferimento ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,1% per i dipendenti del settore privato (+1,1% nell’industria e +1,0% nei servizi privati) e del 4,1% per quelli della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: attività dei vigili del fuoco (+9,8%), militari-difesa (+6,4%) e forze dell’ordine (+6,1%). Le variazioni tendenziali minori si osservano per la metalmeccanica e i servizi di comunicazione e informazione (entrambi +0,8%) e per gli altri servizi privati (+0,2%).(
Sempre sul fronte lavoro, la Cisl sollecita il ministro Di Maio a convocare il tavolo tecnico dedicato alle tutele sociali e contrattuali per i riders Il segretario generale aggiunto Sbarra ricorda come la Cisl, insieme agli altri sindacati confederali, abbia ha già formulato e indicato ”proposte concrete che permettano anche a chi lavora con contratti di collaborazione di avere condizioni dignitose e simili a quelle di tutti gli altri lavoratori”.