L’Italia non riparte e gli italiani, tradizionalmente più orientati al risparmio che al consumo, mantengono un atteggiamento prudente, rinviando i grandi acquisti e tirando la cinghia sui generi di consumo. Il risultato è un ulteriore avvitamento dell’economia, evidenziato, tra l’altro, dagli ultimi dati Istat sul calo delle vendite al dettaglio.
Dati alla mano, ad agosto le vendite al dettaglio registrano una diminuzione dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume rispetto a luglio. La flessione è dovuta ai prodotti alimentari, le cui vendite calano dello 0,8% in valore e dell'1% in volume, mentre quelle di beni non alimentari crescono dello 0,3% in valore e dello 0,2% in volume. Lo rileva l'Istat. Rispetto ad agosto 2015, le vendite diminuiscono complessivamente dello 0,2% in valore e dello 0,8% in volume. La flessione più marcata riguarda i prodotti alimentari: -0,7% in valore e 1,4% in volume.
Ma se gli italiani non fanno spese, le spese le fanno i lavoratori del commercio, costretti a fare i conti con la crisi del settore. Da qui la decisione dei sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil di condividere con Confcommercio la sospensione dell'erogazione della tranche di aumento contrattuale prevista per il mese di novembre dal Ccnl del Terziario, Distribuzione e Servizi del 30 marzo 2015. Ad annunciarlo è una nota di Confcommercio, in cui viene spiegato che "le parti, infatti, in virtù di consolidate e positive relazioni sindacali e delle analisi congiuntamente svolte, alla luce dell'ancora incerto andamento economico, hanno maturato tale decisione, concordando di rivedersi entro i primi del mese di dicembre per definire una nuova decorrenza degli aumenti contrattuali".
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)