Anche gli ultimi dati sull’economia confermano quanto fossero urgenti misure a favore di famiglie e imprese per fronteggiare l’impennata dell’inflazione e il caro bollette.
Osserva il leader Cisl Sbarra i contenuti del Dl Aiuti ter sono ”apprezzabili ma ancora insufficienti. Le misure, pur positive, vanno rafforzate per rispondere alle esigenze di un Paese che nei prossimi mesi rischia di essere travolto da una tempesta perfetta”. Aggiunge Sbarra: ”Condivisibile il bonus da 150 euro rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, come pure il potenziamento dei crediti d’imposta per le aziende, il sostegno all’agricoltura e alla pesca, la conferma del taglio sulle accise carburanti. Di rilievo, poi, le norme anti-delocalizzazione, che recepiscono la nostra richiesta di rafforzare sanzioni e procedure volte a contrastare operazioni industriali predatorie. Tutte misure doverose, che recepiscono nostre istanze, ma che soffrono i limiti di uno stanziamento ridotto, specialmente sul versante delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati. Chiediamo al Governo e alle forze politiche uno sforzo maggiore. C’è da mettere in campo una massa critica di risorse, progettualità e investimenti per sostenere crescita e coesione sociale, a cominciare dalla accelerazione e piena attuazione del Pnrr, in grado di elevare le opportunità di sviluppo, migliorare le protezioni sociali e salvaguardare posti di lavoro e reddito delle famiglie”. Conclude Sbarra: ”Va stabilizzato il quadro sociale, occupazionale, produttivo ed economico, messo in grave pericolo dalla fiammata dell’inflazione e dei costi energetici e alimentari. Sono oltre un milione i posti di lavoro a rischio: tutto quello che non investiamo oggi in tutela del lavoro e coesione sociale, rischiamo di pagarlo domani, moltiplicato, in spesa assistenziale. Anche l'Europa deve battere un colpo, stabilendo subito un tetto al prezzo del gas, rifinanziando il Piano Sure e imponendo una global minimum tax sulle multinazionali”.
Da parte sua, Confindustria vede nero sulle prospettive per l'economia italiana fra prezzi insostenibili e carenza di gas, inflazione alle stelle e tassi d'interesse al rialzo. E lo scenario rischia di scompaginare i conti della Nadef, togliendo margini di bilancio proprio quando occorrerà attutire l'impatto dei rincari su famiglie e imprese. Per Viale dell’Astronomia, nel caso di uno scenario di base in cui il prezzo del gas è tenuto fermo alla media dei primi 6 mesi del 2022 - 99 euro -l’impatto per l'economia italiana è stimato in una minore crescita del Pil del 2,2% e del 3,2% cumulati nel biennio 2022-2023 e in 383 mila e 582 mila occupati in meno.
La Cgia propone un altro calcolo: ammonta ad almeno 35 miliardi di euro l'eredità che il nuovo Governo dovrebbe farsi carico entro fine 2022, almeno per dimezzare gli effetti della crisi energetica in corso. Altrimenti sarebbe molto alto il rischio che moltissime imprese e altrettante famiglie non siano nelle condizioni di pagare le bollette e, conseguentemente, di vedersi chiudere la fornitura.
Giampiero Guadagni