Al Governo si rivolgono intanto i sindacati del Sulcis-Iglesiente, territorio già pesantemente martoriato dalla crisi. Ora - è l'allarme che lanciano i segretari territoriali della Filctem Cgil Madeddu, della Femca Cisl Lai e della Uiltec Uil Loi - il rincaro dei costi dell'energia rischia di fermare le aziende energivore della Sardegna, con gravi ripercussioni sull'occupazione, in particolare per la Portovesme srl, stabilimento del Sud Sardegna che produce piombo e zinco. A rischio il futuro di 1.500 lavoratori tra diretti e indiretti, una vera catastrofe. Si parla di rincari del costo dell'energia di circa cinque volte, dato che si passa da una spesa annua di 60 milioni di euro a una di 300-350 milioni”. I sindacati chiedono allora “un intervento del Governo affinché si possa arrivare a una soluzione che permetta alle imprese sarde di colmare il gap energetico che hanno nei confronti di quelle che operano nella penisola”.
Da parte sua l'Istat fa sapere che a gennaio l'Italia registra un deficit commerciale con il resto del mondo pari a 5,052 miliardi di euro (era +1,584 miliardi a gennaio 2021). In particolare il deficit energetico (-6,439 miliardi) si amplia notevolmente rispetto a gennaio dello scorso anno (-2,327 miliardi). L'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici si riduce da 3,911 miliardi per gennaio 2021 a 1,387 miliardi per gennaio 2022. Gli acquisti di gas naturale e petrolio greggio, sottolinea l'Istat, spiegano un quarto dell'aumento tendenziale dell'import.
Mentre, dopo la battuta d'arresto di dicembre, a gennaio l'export segna un nuovo aumento su base mensile trainato soprattutto dalle vendite di beni strumentali e beni intermedi. L'Istat stima una crescita congiunturale delle esportazioni del 5,3% dovuta all'incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+5,1%) ed extra Ue (+5,4%). Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+27,1%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+57,6%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+25,9%), prodotti della raffinazione (+87,3%) e sostanze e prodotti chimici (+25,2%). Sono in calo le vendite di autoveicoli (-1,7%).
Sempre l’Istat fa sapere che a gennaio che l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è stimato in diminuzione dello 0,9% rispetto a dicembre 2021. A gennaio 2022, osserva l'Istituto di statistica - nonostante la flessione registrata rispetto al mese precedente, l'indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni si mantiene elevato e ben al di sopra dei livelli prepandemici di febbraio 2020.
Giampiero Guadagni