Venerdì 22 novembre 2024, ore 19:14

Economia 

Caro energia, a marzo nuove misure 

Il costo crescente dell’energia e la corsa dell’inflazione monopolizzano il Documento di programmazione di bilancio inviato dal Governo alla Commissione e al Parlamento Ue. La dinamica al rialzo dei prezzi, partita con la pandemia di Covid ed esplosa con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, occupa infatti buona parte delle misure della manovra da 35 miliardi di euro varata lunedì scorso dal Consiglio dei ministri e trova largo spazio anche nel Dpb. La manovra stanzia 21 miliardi di euro per la proroga di misure di sostegno contro il caro energia. Proprio questo è l’elemento più analizzato nel testo di previsione di bilancio. ”L’impennata del costo dell’energia minaccia la sopravvivenza delle nostre imprese, non solo nelle industrie a elevata intensità energetica, ma anche nei servizi. Le famiglie sono duramente colpite dal forte rialzo dell’inflazione mentre le retribuzioni crescono ad un ritmo assai moderato”, scrive il ministro dell’Economia Giorgetti nella prefazione del testo. In questo scenario, l’economia italiana ”potrà subire una lieve flessione a cavallo di fine anno, per poi crescere ad un ritmo moderato anche nel 2023 e accelerare nel 2024, con un tasso di crescita prossimo al 2%”. A fine marzo ”il Governo rivaluterà la situazione e, se necessario, attuerà nuove misure di contrasto al caro energia tramite entrate aggiuntive e risparmi di spesa”. I sostegni previsti in manovra per imprese e famiglie saranno ”mirati e a tempo". Il Governo si impegna ”a ridurre e poi eliminare gli aiuti e i tagli alle imposte non appena i prezzi del gas naturale, dell’energia e dei carburanti rientreranno verso livelli in linea con il periodo pre-crisi”.
Capitolo lavoro. In risposta alla prevista ”perdita di slancio dell’attività economica”, la dinamica dell'occupazione ”è stata corretta lievemente al ribasso nel 2023” nel Dpb. Ciononostante, anche in ragione degli andamenti della forza lavoro, ”la previsione del tasso di disoccupazione viene rivista lievemente al ribasso rispetto al Dpb di inizio ottobre (8,1%, -0,1 punti percentuali) e viene confermata all'8,0% nel 2023, al 7,7% nel 2024 e al 7,5% nel 2025”.
Per la Cgil è ”una legge di Bilancio sbagliata. Il Governo non ci ha ascoltato. Nei prossimi giorni chiederemo un confronto con tutte le forze politiche e richiederemo al Governo ed al Parlamento modifiche sostanziali. Valuteremo e proporremo a Cisl e Uil tutte le iniziative di mobilitazione necessarie”.
Da parte sua il leader della Cisl Sbarra sollecita un incontro con il presidente Meloni per discutere dei contenuti della legge di stabilità e per operare scelte di miglioramento e di rafforzamento del profilo della manovra durante l’iter di approvazione in Parlamento. Sottolinea Sbarra: ”Apprezziamo la scelta del Governo di dare continuità e consolidare le misure adottate anche dal precedente esecutivo Draghi per fronteggiare l’emergenza caro bollette e sostenere in questo modo famiglie, lavoratori dipendenti e pensionati. Registriamo nella legge di stabilità alcune misure che tengono conto delle sollecitazioni che abbiamo avanzato in questi mesi come sindacato. Tuttavia bisogna fare uno sforzo in più su politiche di natura espansiva che facciano leva sul rilancio degli investimenti e della crescita, mettendo in priorità il lavoro e l’occupazione. Bisogna operare un deciso, forte taglio delle tasse a famiglie, lavoratori dipendenti e pensionati, assicurando il principio della progressività del prelievo fiscale”. Inoltre, conclude Sbarra, ”dobbiamo determinare la piena indicizzazione delle pensioni rispetto all'inflazione, rafforzare il taglio sul cuneo fiscale, togliere i vincoli di opzione donna”.
Giampiero Guadagni

( 25 novembre 2022 )

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