Se il gasolio ha i giorni contanti presto potrebbe essere il turno del metano. A schierarsi contro l’uso del gas fossile come combustibile per le auto è l’ong Transport & Enviroment, secondo cui gli effetti inquinanti sarebbero pari a quelli della benzina e solo di poco inferiori a quelli del diesel. Il rimedio? Eliminare le agevolazioni fiscali ed equiparare il metano, quanto a livello di tassazione, ai carburanti ”tradizionali”. Unica eccezione il biometano ed il metano sintetico, la cui produzione dipende però da materie prime (rifiuti e residui) la cui quantità è limitata per definizione.
La mobilità ”verde” è un tema sempre più sensibile per l’industria dell’auto. Gli scandali connessi alle emissioni dei motori diesel hanno aperto la strada al loro pensionamento, nonostante le versioni più innovative assicurino performance non dissimili da quelle dei motori a benzina.
Le nuove regole che si profilano, in corso di negoziazione tra le istituzioni europee, vanno in questa direzione, così come l’estendersi dei bandi decretati da molte città europee per i centri storici (e non solo). L’esempio più recente arriva dall’Italia settentrionale. Per porre rimedio allo sforamento dei limiti alle emissioni di Pm 10 il comune di Milano ha bloccato la circolazione delle auto con motori Diesel Euro 4.
Il problema riguarda da vicino non solo chi le auto le usa, ma anche chi le fabbrica. Le grandi case europee stanno riorientando la produzione a favore dell’elettico e dell’ibrido, Fca compresa. Ma la transizione tecnologica impone scelte difficili e probabilmente non indolori. In tutta Europa l’andamento del mercato dell’auto è declinante, anche se gli ultimi dati relativi a settembre, quando e vendite sono calate di oltre il 23%, non vanno drammatizzati in quanto hanno probabilmente risentito dell’entrata in vigore del Wltp, il nuovo standard di omologazione delle emissioni. In Italia, però, il rallentamento è più marcato, complici le difficoltà di Fca.
La riconversione tecnologica del Lingotto sarà uno degli argomenti di cui il 31 ottobre i sindacati discuteranno con Luigi Di Maio al tavolo convocato al ministero dello Sviluppo Economico. Negli ultimi mesi l’impiego degli ammortizzatori sociali è aumentato e le sigle dei metalmeccanici vogliono capire che cosa ha in mente il governo sulla trasformazione che attende l’automotive.
La scelta di orientarsi verso l’elettrico (il diesel uscirà di scena nel 2021, eccetto che per i veicolo commerciali) è arrivata dopo non poche esitazioni. Negli anni passati Fca ha guardato con scarso entusiasmo alle motorizzazioni alternative, puntando esclusivamente su gpl e metano. Ma i dati di settembre indicano che proprio gpl e metano sono stati i più penalizzati dai consumatori. Se si avverassero gli auspici di Transport & Enviroment - stretta fiscale e magari l’estensione del blocco alla circolazione anche ai motori alimentati a gas - correre ai ripari non sarebbe facile.