Non è solo Atlantia a rispondere a muso duro a Luigi Di Maio. L’attacco ad alzo zero del vicepremier, che ha bollato l’azienda come ”decotta” a mercati aperti, ha prodotto per reazione una levata di scudi pressoché unanime a difesa del gruppo della famiglia Benetton.
Anche i sindacati mostrano il loro sconcerto per una linea di condotta che sconfina nell’accanimento. Per la Fit Cisl le parole di Di Maio sono ”allarmanti”. Ovviamente in discussione non sono le responsabilità di Atlantia per il crollo del ponte Morandi: ”Chi ha sbagliato pagherà e a suo tempo abbiamo richiesto al ministero dei Trasporti un monitoraggio su tutte le infrastrutture analoghe affinché non si verifichino più simili disastri”. Alla Fit più delle ”schermaglie” tra Di Maio e Atlantia sta a cuore ”la sorte dei circa 11mila lavoratori del gruppo e delle loro famiglie che, nel caso di un repentino tracollo di Atlantia, pagherebbero un prezzo altissimo senza avere alcuna colpa”. Il ministro è avvertito: “Al Mise attualmente sono aperti 138 tavoli di crisi: sarebbe molto grave aggiungere Atlantia come 139esima”.
Contro il capo politico dei 5 Stelle si schiera anche Confindustria, che con il presidente Vincenzo Boccia, intervista da Il Messaggero, invita ad uscire ”da questo pericoloso stato di rancore”. La preoccupazione degli industriali si spinge anche oltre la querelle su Atlantia, il rischio infatti è che l’atteggiamento del governo spinga alla porta gli investitori stranieri. Trasparente il riferimento al caso ArcelorMittal: ”Non si può chiedere alle persone di investire in un’attività e poi cambiare le regole del gioco in piena corsa, soprattutto in modo unilaterale - osserva Boccia - Ne va della certezza del diritto e della credibilità del Paese”. Il numero uno di Confindustria chiama poi in causa il premier Conte, chiedendogli di registrare la linea del governo, ma Conte non pare aver voglia di sconfessare l’azionista di maggioranza (Salvini permettendo) del suo esecutivo. Raggiunto da una domanda a margine del G20 che si tiene a Osaka, il Presidente del Consiglio si limita a dire che la ”la tragedia” di Genova ”non può essere oscurata”. Nel frattempo Di Maio invece di arretrare rilancia. E su Facebook lancia un attacco durissimo ai Benetton: ”Le persone morte a Genova sono morte perché qualcuno non ha fatto manutenzione sul ponte. E quel qualcuno - rincara - è Autostrade per l’Italia della famiglia Benetton. Dobbiamo fare giustizia”.