Ai sindacati il nuovo piano industriale non è piaciuto, ma nel frattempo l’Ast di Terni può brindare ad un altro anno con i conti in utile. In utile ed anche in aumento, stando ai dati diffusi ieri dall’azienda dopo la pubblicazione del bilancio di ThyssenKrupp. Il 2017 va in archivio con una crescita di 11 milioni, che porta l’utile a quota 98 milioni. In crescita anche la produzione di acciaio liquido, salita a 1.018.200 tonnellate (+59 mila), la produzione per vendita (911.000 tonnellate, +50 mila) e lo spedito (890.100 tonnellate, + 41 mila). Gli investimenti sono stati invece pari a 35,1 milioni. "L'utile - spiega l'azienda in una nota - conferma che la strategia intrapresa è quella giusta, che il riposizionamento di Ast sul mercato globale sta portando i suoi frutti”. Pesano le incognite dei dazi imposti dall’amministrazione americana sull’acciaio prodotto in Asia, acciaio che ora si riversa sul mercato europeo mettendo i prezzi sotto pressione, e del costo dell’energia, punto debole di tutta l’industria italiana. In teoria i risultati di bilancio dovrebbero contribuire a rasserenare definitivamente il clima, già migliorato dopo l’annuncio da parte di Tk del rientro di Ast nel core business, con conseguente esclusione di una cessione che per mesi ha turbato i sonni dei lavoratori. Il problema è che nell’incontro di due giorni fa con i sindacati l’azienda ha presentato un piano da questi ultimi giudicato assai poco ambizioso, cosa che ha riportato in superficie i sospetti. Da parte sua Ast, che è rimasta fuori dalla joint venture siglata tra Tk e Tata, ora al vaglio dell’antitrust Ue, sostiene che con l’ingresso nella nuova società Materials ed il ritorno alla ”strategicità” non ci sono sorprese all’orizzonte. Si vedrà. Intanto il 30 novembre è previsto un nuovo incontro con i sindacati.
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