L'assegno unico, che sostituirà detrazioni fiscali e assegni al nucleo familiare ed entrerà in campo a marzo 2022, sarà fino a 175 euro al mese a figlio. L'importo si riduce gradualmente per le famiglie con un Isee superiore a 15.000 euro fino a raggiungere 50 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. Per livelli di Isee superiori a 40.000 euro l'assegno rimane costante. Previsto un assegno più leggero per ciascun figlio maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età: sarà di 85 euro al mese, per scendere dai 15.000 euro di Isee in su fino a raggiungere un valore pari a 25 euro in corrispondenza di un Isee pari a 40.000 euro. Per livelli di Isee superiori a 40.000 euro l'importo rimane costante.
Riconosciuta una maggiorazione forfettaria per i nuclei familiari con quattro o più figli, pari a 100 euro mensili per nucleo. In caso di figli minorenni disabili è prevista una maggiorazione pari a 105 euro mensili in caso di non autosufficienza, a 95 euro mensili in caso di disabilità grave e a 85 euro mensili in caso di disabilità media. Per ciascun figlio con disabilità maggiorenne fino al compimento del ventunesimo anno di età e' prevista la maggiorazione e' di 50 euro mensili. Si dovrà presentare domanda all'Inps in modalità telematica o presso gli istituti di patronato entro 20 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta. Le domande potranno essere presentate da gennaio e sono riferite al periodo compreso tra marzo e febbraio dell'anno successivo. L'assegno sarà riconosciuto dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso in cui è presentata entro il 30 giugno dell'anno di riferimento, l'assegno è riconosciuto dal mese di marzo dello stesso anno. Ferma restando la decorrenza, l'Inps provvede al riconoscimento dell'assegno entro sessanta giorni dalla domanda. L'erogazione avviene mediante accredito su Iban o mediante bonifico domiciliato, e per i percettori di Reddito di cittadinanza non ci sara' bisogno di presentare la domanda perché sarà assegno insieme al reddito.
Commenta il leader della Cisl Sbarra: “Il varo dell'assegno unico da parte del Governo è un fatto importante e positivo. La Cisl da tempo propone di sostenere politiche organiche a favore delle famiglie con figli anche attraverso una razionalizzazione e un potenziamento dei trasferimenti a sostegno della natalità e genitorialità. L'assegno unico va in questa direzione, rispettando anche i principi di universalità e progressività”. Tuttavia, osserva Sbarra, “preoccupa la permanenza, secondo le nostre simulazioni, di una quota ancora consistente di nuclei che rischierebbero di risultare penalizzati dalla riforma, circa il 18%, molti di essi peraltro sono tra i lavoratori dipendenti anche a basso reddito. Una condizione che non ci sembra adeguatamente salvaguardata dal temporaneo e parziale meccanismo perequativo che si intenderebbe adottare. Riteniamo che ciò vada sanato attraverso un impiego di maggiori risorse da orientare sulla misura, eventualmente ricavabili dal permanere di una quota di finanziamento contributivo da estendere anche ai lavoratori non dipendenti. Queste risorse dovrebbero essere utilizzate per rafforzare e allungare nel tempo la clausola di salvaguardia allo scopo di proteggere meglio i redditi bassi, nonché per ridurre il peso del patrimonio nell'Isee richiesto per la prestazione, allo scopo di evitare distorsioni e penalizzazioni nel tempo a sfavore dei redditi medi”. Secondo Sbarra “questo intervento a sostegno delle famiglie va ora accompagnato da un riordino delle aliquote fiscali e da una riforma che premi i lavoratori, i pensionati, chi contribuisce con il proprio lavoro al sostegno dell'erario pubblico”. Per questo, conclude il segretario generale della Cisl, “è importante che nei prossimi giorni si apra il negoziato sul fisco in modo da utilizzare le risorse del fondo di 8 miliardi per sgravare i redditi da lavoro e pensione, quelle fasce popolari e quella classe media che contribuisce per l'85% alle entrate dell'erario. Bisogna alleggerire il carico sui più deboli e far partire una nuova politica dei redditi. Una questione di equità e anche una priorità economica per un Paese che rischia di precipitare nella spirale di stagflazione e ha bisogno di rilanciare consumi, produzione, investimenti e lavoro”.
Giampiero Guadagni