Si tratta di un testo poderoso, con 229 articoli, una decina più del precedente. L'impianto si basa su quattro pilastri: semplificazione e accelerazione delle procedure, digitalizzazione di tutti i passaggi burocratici, tutela dei lavoratori e delle imprese. E definisce per la prima volta un criterio che guiderà la risoluzione dei problemi, in particolare scioglierà la complessità che nasce da un dedalo di norme sovrapposte, dal diritto nazionale ai vari regolamenti europei: il risultato viene prima di tutto, anche prima dei principi di concorrenza e trasparenza. Questi ultimi, infatti, sono fondamentali e il codice ne ribadisce la centralità, ma li incasella tra gli strumenti per raggiungere, appunto, il risultato. L’obiettivo è favorire una più ampia libertà di iniziativa e di auto-responsabilità delle stazioni appaltanti, valorizzandone autonomia e discrezionalità (amministrativa e tecnica) in un settore in cui spesso la presenza di una disciplina rigida e dettagliata ha creato incertezze, ritardi, inefficienze". Aumentando il margine di manovra dei soggetti appaltanti, si vuole "contrastare il fenomeno della cosiddetta burocrazia difensiva, ovvero quell’eccesso burocratico che può generare ritardi o inefficienze nell'affidamento e nell'esecuzione dei contratti. Sempre in chiave di semplificazione delle procedure, guardando alla fase di approvazione dei progetti di opere pubbliche, vengono ridotti gli attuali tre livelli di progettazione a due soli livelli: un progetto di fattibilità tecnica ed economica e un progetto esecutivo, specificando gli scopi della progettazione. Vengono così snellite le procedure di verifica e validazione dei piani, e viene inoltre razionalizzata la composizione e l'attività del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Grande spinta anche sulla digitalizzazione, come richiedono diversi obiettivi del Pnrr, visto che è anche una efficace misura di prevenzione della corruzione",consentendo trasparenza, tracciabilità, partecipazione, controllo di tutte le attività. Il settore delle commesse pubbliche, sottolineano le stesse norme, rappresenta infatti ”un’attività fortemente esposta a condotte corruttive”. .
Il testo del nuovo Codice dei contratti pubblici è stato messo a punto dal Consiglio di Stato su richiesta del governo Draghi, con una interlocuzione con l’Autorità anticorruzione. E la a stessa Anac avverte: le semplificazioni non devono mettere a rischio le garanzie. Il presidente Busia vede tre criticità. In primo luogo, spiega, ”c'è un allentamento sulle misure in materia di conflitto di interessi. Noi ci troviamo tanti casi in cui gli affidamenti vengono fatti a parenti o conoscenti, e questo significa che altre imprese capaci e meritevoli vengono estromesse dalla gare”. Altro punto: L’Anac, nell'esercizio delle sue attività, deve raccordarsi con la cabina di regia di Palazzo Chigi: questo limiterebbe l'indipendenza dell'Autorità, costituirebbe un vulnus rispetto ai traguardi che abbiamo raggiunto nell'ordinamento anticorruzione, proprio in un momento delicato, in cui in Europa si mostra quanto sia importante la prevenzione della corruzione”. L'ultimo punto di attenzione segnalato è l'eliminazione del registro delle società in house, sul quale l'Autorità esercitava un controllo: ”Favorire le società in house senza un controllo significa far sì che parte dei contratti vengono sottratti al mercato”. Busia precisa di non volere entrare in polemica con il governo: "Ma attenzione dal punto di vista tecnico ad evitare errori che farebbero pagare costi reputazionali all'Italia". "Quello che noi diciamo è: semplifichiamo bene, garantiamo la realizzazione del Pnrr, garantiamo affidamenti veloci, ma nella trasparenza e nella chiarezza”. Sul testo c’è assoluta concordanza di intenti con il Consiglio di Stato, ribattono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano e il ministro delle Infrastrutture Salvini, che da parte sua aggiunge: ”Ogni cantiere sbloccato crea 17 mila posti di lavoro”.
Prima del Cd, cabina di regia sul Pnrr a Palazzo Chigi, coordinata dal ministro per gli Affari europei la coesione territoriale e il Pnrr Raffaele Fitto, per monitorare lo stato di attuazione degli obiettivi del Piano con particolare riferimento alla prossima scadenza del 31 dicembre 2022. Sono quaranta gli obiettivi raggiunti su 55 totali, i 15 mancanti in dirittura d'arrivo.
Nel dettaglio ”dopo il serrato confronto di questi giorni con tutti i ministeri interessati, su 55 obiettivi da conseguire al 31 dicembre 2022, ne sono stati pienamente raggiunti 40. I restanti 15 sono stati tutti avviati e in corso di finalizzazione. Alla riunione hanno preso parte i ministri e i rappresentanti di tutti i ministeri coinvolti, che hanno illustrato lo stato di attuazione di ciascun target e milestone di propria competenza. Lo scopo è quello di raggiungere i restanti obiettivi nel pieno rispetto dei tempi previsti”. La riunione della Cabina di regia è servita per un aggiornamento sulla situazione in vista di un nuovo confronto con la Commissione Europea in programma per la prossima settimana, dopo le numerose interlocuzioni già avute nei giorni scorsi.
Giampiero Guadagni