Prima le macchine, poi gli autobus ed i camion senza autisti, ora anche gli aerei potrebbero arrivare a decollare senza un pilota ai comandi. Dà da riflette l’ultimo report di Ubs che prefigura un futuro fatto di droni entro il 2025, non solo perché investe una professione altamente qualificata, ma soprattutto per la rapidità del cambiamento previsto: otto anni appena. La banca svizzera calcola un risparmio di 35 miliardi annuali per il settore e un taglio dell'11% sul prezzo finale del biglietto senza contare, dice, che i velivoli sarebbero più sicuri. C'è un piccolo particolare: solo il 17% delle persone intervistate sarebbe disposta a salirci su. Gli analisti di Ubs si aspettano, però, che il pubblico finirà con l’abituarsi anche a questa novità. In ballo, spiega Ubs, ci sono miliardi di dollari per l'industria del settore che si prepara ad affrontare una carenza di piloti: entro il 2035 ne saranno necessari 600mila. Lo scenario descritto resta comunque a tratti inquietante, perché l’ondata di automazione in arrivo, come dimostra il report di Ubs, non riguarda solo i lavori manuali a bassa qualifica ma anche quelle professioni medie intellettuali che siamo soliti attribuire alla classe media. Quei lavori che costituiscono l’ossatura delle economie terziarie dei paesi occidentali, da cui dipende anche la loro stabilità sociale. Il World Economic Forum ha previsto una perdita di 7,1 milioni di posti di lavoro entro il 2020, compensata da un guadagno di altri due milioni di posti. Quindi, il saldo negativo è di cinque milioni di posti in meno nel mondo entro i prossimi tre anni.Anche la Oxford University sembra avvallare la tesi: entro 20 anni il 47 per cento delle professioni attuali sarà automatizzato. Per restare all’aviazione, ci sono già esperimenti nel settore, come quello finanziato dall'agenzia governativa Usa Darpa e l'Oregon State University che punta sulla tecnologia a guida autonoma e il servizio di taxi dei cieli, attraverso dei grandi droni, che entro l'anno sarà avviato a Dubai.Giusto, dunque, non farsi spaventare da questa rivoluzione, ma sottovalutarla sarebbe un errore ancora più grave.
Servizio pubblicato su Conquiste Tabloid del 9 agosto 2017