Sette proposte – quattro per l’Italia e tre per l’Europa – per ridare slancio alla presenza dei cattolici nella società, a partire dal “cantiere aperto” del lavoro. Si è conclusa così la 48ª Settimana sociale di Cagliari, in cui oltre un migliaio di delegati, in rappresentanza delle 225 diocesi italiane, si sono confrontati dividendosi in 90 tavoli sul ”lavoro che vogliamo”. Tra le priorità, la disoccupazione giovanile e la questione del Mezzogiorno. La Chiesa dunque prova a canalizzare le tante energie sul territorio, rappresentate anche da oltre quattrocento buone pratiche sul lavoro, per dire la sua sul lavoro, il sociale, i migranti, la scuola, la tutela delle fasce più deboli. E se sulla questione specifica del lavoro non mancano le tradizionali battaglie della Chiesa, a partire dal no al lavoro domenicale, esploso negli ultimi anni con l'apertura continuativa dei centri commerciali, escono anche idee nuove, molto concrete, tecniche, pronte da presentare ai tavoli istituzionali.
”Il lavoro - ha sottolineato nel suo intervento la segretaria generale della Cisl Furlan - rimane l'elemento unificante, indispensabile per fare comunità e garantire il diritto di cittadinanza. Bisogna puntare su maggiori competenze e soprattutto sulla partecipazione dei lavoratori per alzare il livello di qualità e non far diventare i lavoratori vittime dei necessari cambiamenti tecnologici e della digitalizzazione. Occorre renderli protagonisti e coniugare i processi formativi con l'innovazione, i bisogni delle imprese e quelli del territorio". Per la Furlan ”va rinsaldato il patto intergenerazionale tra giovani ed anziani che in questi anni non si è spezzato grazie al ruolo centrale della famiglia ed al mondo dell’associazionismo, recuperando i valori della giustizia sociale, della lotta alle diseguaglianze alla povertà, alla inaccettabile violenza alle donne ed ai minori. E dobbiamo fare di più per l’inclusione sociale, a partire dal riconoscimento dello ius soli e dello ius culturae per i ragazzi italiani oggi senza cittadinanza”. Insomma, conclude la leader Cisl, ”il lavoro è la risposta vera al populismo che dilaga”.
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