Venerdì 22 novembre 2024, ore 21:21

Editoria

Le agenzie di stampa e le ricadute di un bando europeo

Garantire il pluralismo dell’informazione e allo stesso tempo assicurare la tenuta dei livelli occupazionali. Con questo obiettivo la Fnsi ha dichiarato la propria disponibilità ad avviare immediatamente il confronto con il Governo in relazione al bando europeo emanato dalla presidenza del Consiglio dei ministri per i servizi d’informazione.

L’appuntamento tra l’Esecutivo e le aziende editoriali è già fissato per il prossimo 6 marzo. Giorno in cui dovranno essere chiariti approfonditi gli aspetti della procedura del bando.

Un bando che ha già ottenuto il bollino di garanzia dell’Anac, ma che preoccupa il sindacato dei giornalisti per le possibili ricadute sul settore. Preoccupazioni su cui l’opposizione, Forza Italia in particolare, soffia: “Il bando del Dipartimento Editoria che apre alle agenzie di stampa europee mette a rischio 2500 posti di lavoro”, dichiara l’ex presidente del Senato, Renato Schifani, che fa il conto di tutti i giornalisti e i dipendenti amministrativi delle agenzie di stampa italiane, già messe a dura prova dalla crisi.

A dare voce a queste preoccupazioni, nei giorni scorsi, è stata la realtà più grande a livello nazionale: l’Ansa. In particolare, il Cdr di Via della Dataria, sentita la Consulta dei fiduciari delle redazioni, ha espresso la forte preoccupazione dei giornalisti dell’agenzia in relazione al progetto del governo di ricorrere ad un bando europeo per le convenzioni con le agenzie di informazione, senza che risulti un analogo precedente, nè alcun caso di reciprocità da parte di altri governi. In particolare ne sottolinea il rischio di non tutelare adeguatamente il pluralismo ed il sistema informativo del Paese e di consegnare parte delle già limitate risorse anche ad aziende straniere, alcune delle quali partecipate dai rispettivi governi. Da qui il sostegno assicurato alle iniziative già annunciate dalla Fnsi in difesa dei posti di lavoro messi a rischio senza che vi sia chiarezza nei piani di riordino di un settore così delicato come l’informazione primaria. Riordino che gli stessi giornalisti ritengono necessario, ma programmandolo e gestendolo in modo condiviso.

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 3 marzo 2017 )

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