Aumentano, in Italia, le acquisizioni di cittadinanza da parte degli stranieri, ma l'incremento più eclatante si riscontra tra i diciottenni, che sono il 10% dei residenti della stessa età (2015). E' quanto evidenzia il 26.mo Rapporto Immigrazione Caritas-Migrantes, presentato oggi a Roma. Insomma, i 'nuovi italiani' sono più frequenti tra chi ha 18 anni, età al compimento della quale i cittadini stranieri nati nel nostro Paese possono chiedere la cittadinanza italiana. Nelle altre fasce di età, invece, la percentuale è inferiore: il 5% circa nella classe 0-17 anni e valori che vanno dall'1% al 3% nelle classi di età centrali, mature e anziane.
"Gli immigrati che risiedono stabilmente sul nostro territorio hanno scelto di restare in Italia. Sono giovani prevalentemente che vogliono impegnarsi a partecipare alla costruzione del bene comune. Lo sentiamo e lo vediamo attraverso le richieste di modificare la legge sulla cittadinanza, da tanto troppo tempo ferma, e poi il sollecitare di essere sempre più presenti negli spazi di decisione pubblica, nazionale e locale". E’ quanto ha sottolineato mons. Guerino di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes, presentando il Rapporto. "Qui non si tratta di aprire a realtà nuove, ma di riconoscere una situazione che già esiste. Si tratta di riconoscere la cittadinanza a coloro che di fatto sono già italiani: figli di genitori da tempo in regola nel nostro Paese o giovani che studiano qui e, anche se non nati in Italia, sono integrati" ha aggiunto.
Il Rapporto quest'anno pone l'accento sulle nuove generazioni. Occupandosi, tra l'altro, dei Neet, ossia i giovani che non sono impegnati nè nello studio, nè nel lavoro e neanche nella formazione professionale.
Secondo i dati più recenti, in Europa quasi 3 giovani extra-Ue ogni 10 si trovano in questa condizione. In Italia, se tra gli italiani la quota di Neet è pari a circa il 25% dei 15-34enni, tra gli stranieri la percentuale sale al 35%, e tra le ragazze arriva addirittura al 47,3%, ben 20 punti percentuali al di sopra di quella delle ragazze italiane. In definitiva, sottolinea il rapporto, oltre a presentare un'incidenza di Neet particolarmente elevata, l'Italia è uno degli Stati europei con il maggiore differenziale a sfavore degli stranieri.
Il risultato è una maggiore incidenza di lavoro non qualificato e differenze salariali rispetto agli italiani. Mentre la retribuzione media mensile dichiarata dagli occupati italiani è di 1.356 euro, sottolinea il Rapporto, quella relativa agli stranieri scende a 965 euro, pari al 30% in meno (-371 euro).
(Approfondimento domani su Conquiste tabloid)