Un manifesto di propaganda del 1936 mostra Hitler come un cavaliere medievale, come un cavaliere del Graal. “Dal Parsifal costruisco la mia religione!” Questo ripeteva il Fuhrer alle folle alla vigilia della seconda guerra mondiale, mentre negli ambienti nazionalisti e occultisti e tra i vertici dell’apparato nazista assumeva forme concrete la ricerca del Graal. Ma dove, quando e perchè è nata la leggenda cristiana più longeva?

Nel suo nuovo saggio Matthias Egeler (“Il Santo Graal”, Il Mulino) vuole introdurci al mito, studiandone la genesi e i modi di diffusione, che ha dominato e domina l’immaginario europeo, che desta in noi, come nel Medioevo, un profondo sentimento religioso e ricostruisce la storia di un oggetto che diventa una sainte chose e ci guida in un viaggio dentro la letteratura per aiutarci a collocare nella mitologia celtica e precristiana l’inizio della sua fortuna e nella cultura tedesca e inglese del XIX secolo il suo recupero, il rinascere di una passione che ha determinato nuove ricerche, disperati tentativi di ritrovarlo. Ci troviamo di fronte a un simbolo al quale l’uomo ha chiesto il senso della fede e dobbiamo fare ricorso a una miscela di storia e credenze per giungere il più prossimi possibile alla verità. L’oggetto e il termine che lo designa e che ha la sua etimologia probabilmente nel greco  “coppa', devono la prima apparizione e la fama al romanzo in versi di Chretien de Troyes che fra il 1180 e il 1190 scrive la storia di Perceval e della sua quête, quella di una coppa ‘di puro oro fino’. L’autore ci invita a riflettere sul fatto che a commissionare l’opera al poeta fu Filippo D'Alsazia conte di Fiandra che partecipa alla terza crociata e che muore ad Acri nel 1191. Proprio l’iter verso la Terra Santa aveva acceso l’entusiasmo di chi vuole ritrovare reliquie della Cristianità. Ne Le Livre dou Graal di Robert de Boron, figura centrale è ora quella di Giuseppe di Arimatea ‘il discepolo nascosto’ che ci riporta alla vita della Chiesa delle origini. Le fonti che parlano di questo personaggio del Nuovo Testamento sono molto varie, dai Vangeli canonici agli Apocrifi, ai Padri fino alle leggende popolari. È affascinante che subito Giuseppe si affermi come il custode prima del corpo e poi del sangue di Cristo, è attraverso di lui che dopo pochi giorni dalla Crocifissione lascia la Palestina per portare il Graal in Inghilterra a Glastonbury dove fonda un monastero, che la ‘mistica coppa’ raggiunge il Medioevo. Il calice in cui venne raccolto il sangue di Cristo ha costituito l’ossessione dell’uomo medievale.

Il Romanticismo si innamorerà della materia del Graal che Wagner porterà di nuovo alla luce. L’interesse del compositore tedesco per la trascendenza e per la coppa nasce durante un suo soggiorno a Parigi del 1841 e, attraverso la sua musica e il Lohengrin e soprattutto Parsifal ridarà vita a quell’archetipo che ha innervato un epos millenario e in cui i nazisti cercheranno l’onnipotenza ancestrale.

I romanzi di Dan Brown non fanno che confermare il mai spento desiderio di trovare Dio nelle “cose nascoste sin dalla fondazione del mondo” (Matteo 13,35) e il potere di fascinazione del sacro dei simboli religiosi.

( 30 aprile 2024 )