Se si lamenta che “per quasi cinque secoli si sono accumulate scoperte scientifiche che hanno suggerito che fosse possibile spiegare l’Universo senza la necessità di un Dio creatore” perché poi si saluta con un entusiasmo, pari allo sgomento del passato, che “il pendolo della scienza ha oscillato nella direzione opposta”?
Si apre, infatti, il volume e sul risvolto della copertina compare subito una foto sul “Grande ribaltamento” in cui si mostrano sulla parte discendente di una curva gli scienziati responsabili della negazione di Dio (Copernico, Galileo, Newton, Buffon, Laplace, Lamarck, Darwin, Marx, Freud) e sulla parte ascendente gli scienziati protagonisti della sua riabilitazione (Carnot, Planck, Bohr, Einstein, Friedmann, Godel, Watson, Crick, Feynman)? E se il pendolo girasse nuovamente al contrario, come hanno dimostrato tanti epistemologici contemporanei, da Kuhn a Feyerabend? E se il paradigma che adesso ascende e sembra mostrare incontrovertibilmente, secondo gli autori, l’esistenza di Dio e di una causa prima cominciasse nuovamente a discendere in direzione di un nuovo capovolgimento, di una controalba?