Sottoscritto il rinnovo del contratto per i 90 mila lavoratori delle piccole e medie imprese del settore tessile, moda e affini. L’intesa, siglata tra Uniontessile-Confapi e i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil prevede un aumento medio di 80 euro sui minimi (al 3° livello super) distribuito in 3 tranche: 30 euro dal 1° febbraio di quest’anno, 25 euro dal 1° gennaio 2021 e i restanti 25 euro dal 1° febbraio 2022. Il montante contrattuale sui minimi è pari a 2.605 euro. Molto importante in questo contratto è l’istituzione, per la prima volta nel settore, dell’istituito dell’elemento perequativo, pari a 110 euro annui, che verrà erogato annualmente a tutti i dipendenti in forza nelle aziende che non fanno contrattazione di secondo livello. L’elemento perequativo va ad aggiungersi alla garanzia retributiva, già esistente, che prevede 240 euro annui per tutte quelle aziende che non fanno la contrattazione di 2° livello. Inoltre, sul capitolo del welfare contrattuale, è previsto l’aumento dello 0,10% del contributo destinato al fondo di previdenza integrativa Fondapi a favore di tutti i lavoratori iscritti. Sul fronte della sanità integrativa, viene invece confermato il versamento di 120 euro annue per ogni dipendente al fondo integrativo sanitario Enfea Salute, totalmente a carico delle aziende.
Molto importante l’articolo sul reshoring: le aziende committenti di lavorazioni a terzi, infatti, dovranno inserire nel contratto di commessa una clausola per richiedere alle imprese esecutrici l’applicazione del contratto di lavoro di loro pertinenza e delle leggi sul lavoro. E per contrastare il fenomeno dei contratti pirata è previsto che le aziende committenti impegnino le imprese contoterziste o appaltanti ad applicare i contratti sottoscritti dai sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale.
“Si tratta di un ottimo risultato - affermano Filctem, Femca, Uiltec - arrivato dopo 4 incontri con la delegazione trattante e senza ricorrere ad una sola ora di sciopero. Abbiamo condiviso con la controparte la tutela del salario reale dei lavoratori nei confronti dell’inflazione e del potere di acquisto. Ora - concludono - la parola definitiva passa alle assemblee dei lavoratori per approvare l’ipotesi di accordo”.