I lavoratori lombardi della sanità privata si sono fermati oggi per protestare contro il mancato rinnovo del contratto atteso da ben 12 anni. Sono circa 50 mila in Lombardia, un quinto di quelli dell'intero paese, e chiedono di superare quella che i sindacati definiscono senza esitazioni "una vergogna". Lo sciopero è durato l’intera giornata o turno di lavoro, e dalle 9.30 alle 13.30 è stato organizzato anche un presidio davanti alla sede di Assolombarda a Milano.
Dopo oltre un anno di trattative il dialogo con Aris (Associazione religiosa istituti socio-Sanitari) e Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) è stato sospeso per l’indisponibilità dei datori di lavoro ad aumenti contrattuali. "I datori di lavoro che si rifiutano di contrattare non sono da portare come esempio - spiegano i sindacati, precisando che la sanità privata è un settore importantissimo: il dumping contrattuale, le carenze di organico, lo sfruttamento dei lavoratori si trasformano in minore qualità dei servizi: non c'è qualità dei servizi se non c'è il rispetto dei lavoratori. Cgil, Cisl e Uil rimarcano anche che "le famiglie fanno spesso ricorso al privato, convenzionato e non, spendendo oltre 40 miliardi l'anno. La sanità privata diventa strategica accanto a quella pubblica, e non è possibile che i lavoratori non abbiano un contratto".
Articolo integrale di Cecilia Augella domani su Conquiste tabloid